Novellette ed esempi morali (Bernardino da Siena)/Partiti e fazioni
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PARTITI E FAZIONI
I.
Io mi credo che se una terra si fa o guelfa o ghibellina, e fussevi dentro fra gli altri uno il quale non tenesse parte né dall’uno né dall’altro, e pongo che vi si levi il rumore, e uno o piú andassero a costui, e dicessergli: “Viva la tal parte;” dico che se costui si vuol salvare, non potrebbe far meglio che rispondere: “Viva Idio, viva Idio!” e se pure gli fusse fatta forza che egli dicesse; “Viva la tal parte,” e non volesse dirlo; dico che se costui fusse tagliato a pezzi benché egli avesse migliaia di peccati, senz’altra confessione, io tengo che egli sia salvo; piú che s’egli avesse adempire voti, o a restituire: dico, che egli è sciolto d’ogni cosa. — O può èssare? — Sí. — O pruovamelo. — Volentieri: Giovanni è mio testimonio. Maiorem charitatem nemo habet, ut animam suam ponat quis prò amicis suis: Niuno può avere magior carità che colui il quale pone l’anima sua per lo suo amico. Or non vedi tu quanta carità costui ha dimostrata, che vedi che per Cristo egli ha voluta dare la sua vita; che prima che abbi voluto fare contra la sua volontà, ha voluto prima il martirio? Egli ha dimostrata magior carità che di dare tutta la sua roba, piú che andarsi a comunicare, piú che andare al Santo Sipolcro, o a Roma; e non può avere magiore carità in sé, che dire: “Io so’ di Cristo.”
O tu, o donna, scandalizzasti? — Sí. — Egli è di bisogno che una macina ti conduca allo inferno, se già tu non ripari, come tu puoi riparare, imperò che per ciance o per altro modo, se hai scandalizzato, tu hai fatto contra alla volontà di Dio. Doh! piglia questo essemplo. Se egli venisse pagani o infedeli, e intrassero in questa città, che siamo tutti battezzati cristiani, ed egli ci fusse pure uno del centinaio che dicesse per ciancie: “Io mi so’ partito da la fede;” overo il dicesse per campare la vita; per qualunque modo tu il dici, o per ciance, o per verità, tu vai a casa del diavolo, morendo in tale stato. Simile se una di voi, donne, si levasse ritta del mezzo della predica, e dicesse: “Io vorrei stanotte dormire col tale;” ed egli fusse un bel giovane, e anco tu essendo bella, tanto peggio; dico che questo tuo dire è suffiziente a farlo credare a molta gente; imperoché la gente s’achina piú a credare il male che il bene, e solo questo sarebbe suffiziente a farti dannare per lo male che si tira dietro degli altri; benché anco forse ci sarebbe qualche persona che non lo credarebbe; pure tu colla tua parola se’ cagione di molto male, benché non avessi pensiero di farlo. Cosí, voglio dire è simile di colui che dice: “Io tengo dal guelfo o dal ghibellino;” con tutto che non fusse vero; dico, per lo scandolo che tu dài al prossimo, tu vai a casa calda. Sicché o vuoi per piacere, o vuoi per temere o per solazzo, in ogni modo pecchi mortalmente per la ingiuria che tu fai a Dio.
II.
Quando io ho parlato a niuno di questi partigiani, e io l’ho domandato: “Se’ tu batteggiato? — Sí. — O di qual parte se’ tu? — E egli ha risposto: — Io so’ nato ghibellino. — Io ti domando, se tu se’ batteggiato. — Io dico di sí. — E tieni la parte? — Sí. — Sai che è? Tu se’ figliuolo del diavolo, con tutto che tu sia batteggiato. Colui che è veramente batteggiato non tiene parti, se non da Dio, però che egli è stato ricomprato del sangue di Iesu Cristo. Quando tu fusti batteggiato el compare e la commare promissero per te la fede di dare de’ calci al mondo e a Settenasso. O voi che siete stati compari, non avete voi rinunziato per lo fanciullino al demonio? — Sí, bene. — E promettesti che non terrebbe parte niuna, né guelfa né ghibellina, ma che farebbe tutte quelle cose che tiene la santa Chiesa. O non vedi tu ch’elli non attiene quello che tu promettesti per lui? Era scritto al soldo di Cristo, e ora l’ha rinnegato e tradito. Due sònno li capitani di questo mondo; l’uno è Dio, l’altro è il diavolo: quelli che so’ scritti al soldo di Iesu Cristo, so’ di quelli della città di Gerusalem, interpretrata visione di pace. Quelli che so’ scritti al soldo del diavolo, so’ tutti li pagani, gli epicurei e molti altri, i quali tengono nuove oppinioni contro a la santa Chiesa, e chiamansi figli dell’ira al soldo di Babilonia, interpretata confusione. Quelli che so’ da la parte di Dio, tengono tutti i comandamenti con tutte le cerimonie di santa Chiesa, e gli altri dànno contra a la Chiesa.
III.
Doh! io voglio che tu ne porti un essemplo, che non so’ se l’udisti mai, di quello che disse Pietro Pettinaio. Era andato a Pisa per comprare ferri da pettini, che era sua arte; e in questo tempo che egli era andato, a Siena s’era rimosso uno stato, e certi usciti erano andati verso Pisa. Eglino trovarono santo Pietro per via, che tornava a Siena. Eglino gli dissero, credendo che egli avesse spirito di profezia: “O Pietro, quando tornaremo noi a casa nostra, che ne siamo stati cacciati da chi ha potuto piú di noi?” Rispose santo Pietro: (doh! odi buona parola o scrittore, scrivela questa); disse cosí: “Quando coloro saranno pieni di peccati atti a èssar puniti, e quando voi sarete purgati de’ peccati vostri, e voi tornarete, e loro saranno cacciati: e cosí poi addiverrà a voi un’altra volta; che quando i vostri peccati saranno moltiplicati e i loro purgati, ed ellino tornaranno e cacciaranno voi.”
IV.
Fu uno cittadino in una città nella quale erano molte parti, e venendo questo cittadino in infermità, egli si confessò d’ogni suo peccato che elli si ricordò. E questo tale aveva dentro in sé tenuto piú da una parte che da un’altra, ma non né parlò mai, né mai dè vigore a niuno, ma solo in sé aveva desiderio piú dell’una parte che dell’altra, e di questo mai non si confessò. Avenne che costui morí, e colui che l’aveva confessato ebbe una cotale visione: come essendo lui in estasi, e’ parvegli vedere l’anima di costui dinanzi alla sedia di Dio, e dinanzi era l’angiolo buono e l’angiolo cattivo, i quali avevano seguitato costui tutto il tempo della vita sua. E apresentato costui a Dio, Idio disse: “Cuius est imago haec? Di cui è questa imagine?” Rispose il diavolo: “Caesaris,” cioè dire, ella è mia. Disse Idio: “E perché è tua?” Rispose il demonio: “Perch’ella ha avuto nel cuore la parzialità che è contra la carità.” Allora disse Idio a’ ministri per sentenzia: “Reddite ergo quae sunt Caesaris Caesari:” e subito il diavolo prese quella anima e portolla a casa calda.
V.
Ancora cosí fanno similmente questi indiavolati guelfi e ghibellini e partigiani; ché per insino a méttare mano a’ Santi che sono in paradiso, dicono, che vi so’ de’ guelfi e de’ ghibellini. Chi dice che santo Giovanni è guelfo, e chi dice che è ghibellino. E cosí, dicono anco degli angioli, che so’ partigiani. Uh, uh, uh! Di santo Lodovico non ti dico nulla, che perché egli fu de la casa di Francia, dicono che egli è guelfo. E io ti dico che tanto è guelfo o ghibellino lui o niuno altro, quanto tu se’ un asino. Oh pazzia! O tu de la pèsca, che dici: “Nol la mondare né a questo modo né a quell’altro, né anco la pera!” Chi la monda a merli, chi a bisce, dicendo che quello tagliare è in dispetto d’una de le parti: e quando quello de la parte contraria vede che è mondata a suo contradio, se è guelfo, egli vede tagliare cosí la buccica, e poi dice: “Io ho tagliata la biscia.” Uno capo d’aglio, in luogo so’ stato, che chi l’avesse tagliato cosí a traverso, vi sarebbe stato tagliato a pezzi. O pazzarone! El pane, el vino e le frutta de la terra io so pure che non so’ né guelfe né ghibelline! Se tu vuoi dire che sia le parti in quello aglio o in quella pera, perché non fai anco che tu faccia guelfo e ghibellino il pane e ’l vino, acciò che tu fussi contrario, tu nol mangiasse e nol beiesse? Per certo, se io potessi, poi che tu fai guelfo o ghibellino l’aglio e la pera e la pèsca, tu faresti anco il pane e ’l vino, acciò che tu morisse poi di fame. O quanta pazzia dimostrate, pazziconi!