Novellette ed esempi morali (Bernardino da Siena)/I compagni di S. Bernardino
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I COMPAGNI DI S. BERNARDINO
Io ho bene de’ compagni che so’ buoni, e so’ di tali i quali so’ di tanta buona vita, e fanno tanto frutto, che è una maraviglia. Fra’ quali è uno frate Matteo di Cicilia, il quale ha ridotto un re alla fede cristiana con tutto quello paese; che se non l’avesse convertita, elli ci sarebbe altro schiamazzo che elli non c’è. E grandissimi fatti si sònno fatti per lui: fra l’altre cose sapete che fece? Elli fece fare in sei dí uno luogo di frati per li nostri frati, ed è una divota e bella cosa. Anco fece un altro grande fatto, che duomilia settecento tavolieri arse in uno dí a Barzalona, che v’erano di molti che erano d’avorio, e anco molti scachieri, e convertí tante anime che io non saprei dire; tanto fu la quantità. Anco fece levare via le code per tutto quel paese. O donna, che porti la coda, io pure tel voglio dire; se tu lo portarai, tu farai pur danno a te. In mal punto ti metti indosso tale vestito, imperò che elli sarà cagione di molta pena nell’altro mondo all’anima tua, e anco forse in questo. Anco ho un altro de’ miei compagni, il quale ha nome frate Giovanni di Puglia, il quale fa anco molte cose. Io v’ho voluto dire questo per cagione che so’ di quelli che so’ buoni, e di quelli che so’ cattivi. Nolite credere: non vogliate credar lo’, quando voi li trovate con queste condizioni; ma vogliate crèdare quando li trovate col buono spirito, dando buona dottrina, e tenendola per loro vogliate crédare a la pruova. E sappiate che di questi cotali falsi e ipocriti ne furono insino al tempo degli Apostoli. S’io mi ci fusse abattuto, non è grande tempo, a uno io gli arei sí lavato il bucato: io l’arei sí risciacquato... e cetera. — A casa. Dico che faciendo tu la pruova in questo modo, cognosciarai se so’ buoni o se so’ falsi; e qui vedi come de’ essare provato l’oro e l’ariento.