Novellette e racconti/XX. Donne frenate dal timore della Gazzetta

XX.
Donne frenate dal timore della Gazzetta

../XIX. Curioso contegno di certe donnicciuole abitanti presso una casa in cui si appiccò il fuoco ../XXI. Modo con cui un condannato fuggì dalle carceri IncludiIntestazione 12 dicembre 2012 100% Novelle

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Donne frenate dal timore della Gazzetta
XIX. Curioso contegno di certe donnicciuole abitanti presso una casa in cui si appiccò il fuoco XXI. Modo con cui un condannato fuggì dalle carceri
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Donne frenate dal timore della Gazzetta.


«Voi mi avete raccomandato più volte che io vi scriva qualche novelletta, storia o altro, se ne pervengono a mia cognizione. Per compiacervi trascorro per la città come un bracco, e quando non posso [p. 35 modifica]avere altro, vado al mio orticello o semenzajo di accidenti, ch’è quella Calle ove nacque il caso del predicatore lanciottato con le sedie di paglia, e sempre ritrovo qualche cosa. Udite quello che avvenne giovedì mattina, e pensate ch’è cosa la quale spetta a voi, e a me, e a ciascun altro che ha mano nella gazzetta.

Un venditor di ricotta giunse con le sue ceste sulle spalle nella via da voi già descritta pochi giorni fa, ove il collegio di quelle cristiane piene di faccende e di eloquenza, le quali fanno tutti i fatti loro e i lavori vicine all’uscio di fuori. Venne il venditore da esse chiamato: furono le ceste aperte, e come si usa, si fecero i saggi e si cominciò il contratto. Egli volea un prezzo, le compratrici un altro; onde, non accordandosi i patti, le buone femmine diceano le loro ragioni tutte insieme in soprano, e finalmente sdegnatesi con l’avarizia del mercatante, gli tendevano gli orecchi con le grida. Il valentuomo ripostosi di nuovo le ceste a cavalcioni sulle spalle, senza aprir bocca finchè fu a quelle vicino, quando si fu scostato alcun poco, quasi volesse andarsene del tutto, rivolse la faccia alla compagnia delle donne, e pien di dispetto di non aver potuto vendere, incominciò a favellare in tal forma: Donne mie, voi non fate qui altro che cianciare e stridere da quando esca il sole fin quando tramonta, e vi par essere reine e signore di questa via; ma io vi consiglio a guardarvi molto bene, perché c’é chi nota tutti i fatti vostri, e li sa e li dice a tutto il mondo. E quai fatti, rispose una, quai fatti? noi non facciamo cosa veruna. Credete voi, rispose il venditore, ch’egli non si sappia del fuoco appiccato al cammino, dell’oratore che vi predicava l’onestà e la quiete e che voi avete mezzo fracassato? tutte queste vostre cose si stampano e leggono, e le narra la gazzetta. La gazzetta fu creduta allora una femmina, e non vi dico con quali epiteti la fosse conciata. Non fate, diceva il venditore, state zitte; chè chi sa che la gazzetta non stia in orecchi in qualche luogo ad [p. 36 modifica]ascoltarvi, e non noti con la penna in mano quanto voi dite di lei. In breve, tanto disse e tanto fece, che le buone femmine per alcun tempo si tacquero, ed andando egli a’ fatti suoi, si rimasero in profondo silenzio a pensare se la gazzetta fosse una strega o qualche cosa diabolica che spiasse e sapesse i fatti altrui. Se non che finalmente una, stanca di tacere quasi un’ora, balzata repentinamente in piedi, esclamò: Orsù via, bene, poiché questa gazzetta nota tutto, io dico ch’essa è una solenne C ..... noti anche questo e lo stampi. Questo fu il proemio per riaprire i ragionamenti, e tutto il giorno non si fece altro che borbottare del fatto vostro.»