Novellette e racconti/XLVI. Il Nuotatore incauto
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Il Nuotatore incauto
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XLVI.
Il Nuotatore incauto.
Quando più bolle la stagione le muraglie sono accese intorno, la terra è di sotto infocata, l’aria entra ne’ polmoni come uscita di un cammino, non ho maggior tentazione che di vedere a nuotare fanciulli, i quali senza punto pensare a’ circostanti, nè a’ legami della vita civile, trattasi la camicia, entrano nell’acqua, fanno capitomboli, guizzi, balzi; si tuffano galleggiano, diguazzano braccia e piedi. Ho più volte desiderato di poter fare lo stesso, parendomi pure una bella cosa, mentre che tutti gli altri sbuffano, si rasciugano la fronte, si querelano e sono ansanti, poter essere, come dire, in un altro clima lontano pochi passi dal nostro e cotanto diverso. Ma una notizia che io ho ricevuto pochi giorni sono, mi fece conoscere che sia molto meglio nuotar nel sudore che nell’acqua. Do calzolajo di Vicenza, giovane di anni ventiquattro in circa, bramoso di sfuggire il calore della stagione, preso seco un compagno, che buon nuotatore era anch’esso, ne andò sulla riva del Rerone, e quivi spogliatosi si lanciò nel fiume. Buona pezza quivi si stette e nuotò a suo piacere, facendo lo stesso il compagno di lui. Ritornò il calzolajo a riva, e quivi statosi alcun poco, come si fa, per riavere il fiato, prese nuovamente un salto, tanto che cadendo ritto ritto nell’acqua, ficcò i piedi nel pantano, e in esso gl’impaniò sì forte e gli sprofondò, che non potè più trarnegli fuori. Era pochi giorni prima, per le venute acque giù dai monti, cresciuto il fiume, e poscia calando lasciato avea un certo pantano e melma molliccia e tenacissima che parea vischio; onde quanto più il meschino si dimenava e cercava di spastojarsi, tanto più andava all’ingiù e si sentiva avviluppare nel laccio mortale. Le grida di lui mossero il compagno a dargli soccorso, il quale colà nuotando velocemente, e vedutolo già coll’acqua presso al collo e che sempre più si affondava, usò ogni opera, e ogni fatica fece per trarnelo fuori; ma tutto fu invano, chè gli toccò di vedere l’amico suo a poco a poco sempre più conficcarsi, andare all’ingiù, raccomandarsi spaventato a lui, e finalmente sotto agli occhi suoi affogarsi.