Novellette e racconti/XLVI. Il Nuotatore incauto

XLVI.
Il Nuotatore incauto

../XLV. Rara invenzione di cosa smarrita per ismemoraggine ../XLVII. Il finto Ammalato IncludiIntestazione 17 gennaio 2013 100% Novelle

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XLVI.


Il Nuotatore incauto.


Quando più bolle la stagione le muraglie sono accese intorno, la terra è di sotto infocata, l’aria entra ne’ polmoni come uscita di un cammino, non ho maggior tentazione che di vedere a nuotare fanciulli, i quali senza punto pensare a’ circostanti, nè a’ legami della vita civile, trattasi la camicia, entrano nell’acqua, fanno capitomboli, guizzi, balzi; si tuffano galleggiano, diguazzano braccia e piedi. Ho più volte desiderato di poter fare lo stesso, parendomi pure una bella cosa, mentre che tutti gli altri sbuffano, si rasciugano la fronte, si querelano e sono ansanti, poter essere, come dire, in un altro clima lontano pochi passi dal nostro e cotanto diverso. Ma una notizia che io ho ricevuto pochi giorni sono, mi fece conoscere che sia molto meglio nuotar nel sudore che nell’acqua. Do calzolajo di Vicenza, [p. 78 modifica]giovane di anni ventiquattro in circa, bramoso di sfuggire il calore della stagione, preso seco un compagno, che buon nuotatore era anch’esso, ne andò sulla riva del Rerone, e quivi spogliatosi si lanciò nel fiume. Buona pezza quivi si stette e nuotò a suo piacere, facendo lo stesso il compagno di lui. Ritornò il calzolajo a riva, e quivi statosi alcun poco, come si fa, per riavere il fiato, prese nuovamente un salto, tanto che cadendo ritto ritto nell’acqua, ficcò i piedi nel pantano, e in esso gl’impaniò sì forte e gli sprofondò, che non potè più trarnegli fuori. Era pochi giorni prima, per le venute acque giù dai monti, cresciuto il fiume, e poscia calando lasciato avea un certo pantano e melma molliccia e tenacissima che parea vischio; onde quanto più il meschino si dimenava e cercava di spastojarsi, tanto più andava all’ingiù e si sentiva avviluppare nel laccio mortale. Le grida di lui mossero il compagno a dargli soccorso, il quale colà nuotando velocemente, e vedutolo già coll’acqua presso al collo e che sempre più si affondava, usò ogni opera, e ogni fatica fece per trarnelo fuori; ma tutto fu invano, chè gli toccò di vedere l’amico suo a poco a poco sempre più conficcarsi, andare all’ingiù, raccomandarsi spaventato a lui, e finalmente sotto agli occhi suoi affogarsi.