Novelle umoristiche/Prefazione

Prefazione

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Novelle umoristiche Il suicidio del maestro Bonarca
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ADOLFO ALBERTAZZI.

Nacque l’8 settembre 1866 a Bologna, da madre oriunda imolese e da padre anch’esso romagnolo. Studiò da prima per prepararsi all’Accademia Militare di Torino: ma dai suoi stessi maestri fu consigliato e indotto a prender la via delle lettere.

Laureato nel 1890, per due anni insegnò al Ginnasio Guinizelli di Bologna, d’onde passò successivamente agli Istituti Tecnici di Foggia e di Mantova. Le polemiche erudite suscitate dal suo lavoro Romanzieri e romanzi del 500 e del 600, per il quale il Carducci gli ottenne il premio Vittorio Emanuele dell’Università di Bologna, lo persuasero che non sarebbe più riuscito, — appunto perchè “carducciano„ — a far carriera; e si tenne pago dell’Istituto Tecnico di Bologna, senza più partecipare ad alcun concorso.

Adolfo Albertazzi scrive e pubblica da trent’anni novelle e romanzi che gli hanno conquistato un’estesa notorietà e una viva simpatia. Semplice e probo nella vita e nel lavoro, egli divide il suo tempo fra le cure dell’insegnamento, a cui è rimasto fedele, e la solitudine della sua villetta di Castel San Pietro, dove, sorridente e gentile alle cose semplici e buone della terra, cerca e trova la sua ispirazione al lavoro indefesso.

Un suo giovine estimatore, che scrisse della sua vita e [p. ii modifica]delle sue abitudini, narra che il buon Albertazzi si alza al massimo alle sei e si mette al lavoro. Pensa e scrive. Scrive poco e a spizzico, col buon sistema manzoniano del pensarci su. Comincia quasi sempre i suoi libri.... dalla conclusione, invece che dal principio, perchè gli piace di fissar bene il punto d’arrivo e di camminarvi poi diritto e sicuro.

Amò il Carducci vivo e ne adora, morto, la memoria. Dei ricordi di lui è il più amoroso e diligente raccoglitore: un volume di aneddoti e di ricordi carducciani dell’Albertazzi è annunziato imminente, e non si dovrà attender molto un nuovo libro di novelle, Top. Un suo volume per ragazzi, I racconti di Corcontento, è ancora fresco dell’inchiostro da stampa.

Ora sta lavorando a un “Tassoni„, per Le più belle pagine degli scrittori italiani, dirette dall’Ojetti; ma chi sa mai quante altre belle e nobili fantasie gli fioriscono nel pensiero, alle quali darà veste, prima che giunga a sera della sua laboriosa giornata.

Adolfo Albertazzi deve esser considerato come uno dei più seri ed onesti scrittori italiani viventi; egli è fra i pochissimi che si appagano della gioia di creare, lontani da ogni fiera di vanità, sorridendo alle mode che passano e fermi al loro verecondo ideale d’arte che non morrà mai.

E. F.