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delle sue abitudini, narra che il buon Albertazzi si alza al massimo alle sei e si mette al lavoro. Pensa e scrive. Scrive poco e a spizzico, col buon sistema manzoniano del pensarci su. Comincia quasi sempre i suoi libri.... dalla conclusione, invece che dal principio, perchè gli piace di fissar bene il punto d’arrivo e di camminarvi poi diritto e sicuro.
Amò il Carducci vivo e ne adora, morto, la memoria. Dei ricordi di lui è il più amoroso e diligente raccoglitore: un volume di aneddoti e di ricordi carducciani dell’Albertazzi è annunziato imminente, e non si dovrà attender molto un nuovo libro di novelle, Top. Un suo volume per ragazzi, I racconti di Corcontento, è ancora fresco dell’inchiostro da stampa.
Ora sta lavorando a un “Tassoni„, per Le più belle pagine degli scrittori italiani, dirette dall’Ojetti; ma chi sa mai quante altre belle e nobili fantasie gli fioriscono nel pensiero, alle quali darà veste, prima che giunga a sera della sua laboriosa giornata.
Adolfo Albertazzi deve esser considerato come uno dei più seri ed onesti scrittori italiani viventi; egli è fra i pochissimi che si appagano della gioia di creare, lontani da ogni fiera di vanità, sorridendo alle mode che passano e fermi al loro verecondo ideale d’arte che non morrà mai.
E. F.