Novelle orientali/XV. Atto straordinario di generosità di un Egiziano

XV. Atto straordinario di generosità di un Egiziano

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XV. Atto straordinario di generosità di un Egiziano
XIV. Modo ingegnoso usato da un Visir per liberare il suo signore, il quale per la poca sua prudenza, era stato fatto prigione XVI. Gratitudine particolare e sentimenti di generosità fra due Signori arabi

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XV.


Atto straordinario di generosità di un Egiziano.


Egli fu una volta che un incendio distrusse la notte la principale moschea del Cairo, ed i Maomettani ne diedero la colpa all’odio de’ Cristiani, e senza punto esaminare se così grave accusa avesse buon fondamento, molti giovani corsero a furia ad una contrada abitata da’ Cristiani, e per dar loro il cambio, vi appiccarono il fuoco.

Un atto così eccessivo di rabbia meritava punizione. Il governatore fece arrestare i rei, i quali erano veramente tutti degni di morte; ma erano in tanto numero, che non potè risolversi a sagrificare tanti giovani che erano caduti in così grave misfatto piuttosto per impeto, che per malizia.

Furono posti in un’urna tanti biglietti quanti erano i nomi de’ colpevoli: in un picciolo numero di essi biglietti era scritta la sentenza di morte, e tutti gli altri condannavano chi gli traeva fuori ad essere sferzati.

Quando tutti i rei ebbero tratta la loro sorte dall’urna fatale, uno fra quelli che doveano morire, dolorosamente esclamò: Non mi dispiace di perdere la vita; ma che sarà de’ parenti miei oppressi dal dolore, e ridotti all’estrema miseria? come potranno vivere senza ch’io più possa prestar loro soccorso?

Uno di coloro che aveano fuggita la morte, disse al giovane che amaramente piangea: Amico, io non ho padre nè madre; la vita mia non è utile a persona del mondo: dammi la tua polizza, prendi la mia. Sagrifizio così ammirabile destò la maraviglia di quanti erano quivi presenti, ed il governatore, che tosto lo riseppe, fece all’uno ed all’altro de’ colpevoli la grazia.