Nova polemica/A i poeti pinzocheri/II.
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II.
de la rinuncia umíle a le dottrine,
ma noi non ci crediamo
4a ’l tisico Gesù de le beghine.
Non han prodigi i santi
e l’inferno per noi non ha paure.
Avanti, avanti, avanti,
8con la fiaccola in pugno e con la scure.
Tutto un passato muore,
tutto un mondo rovina intorno a noi;
è morto, è morto il fiore
12de’ poeti di Cristo e de gli eroi.
De la giudaica fola
e di Sion su la rovina immane,
forte, superba, sola,
16la nostra Dea, la Verità, rimane:
la Dea che a poco a poco
il mister de la vita a noi disserra.
Per lei domammo il foco,
20per lei domammo i fulmini e la terra.
Ecco, sino a le stelle
gl’inni e le grida de ’l trionfo vanno.
Ha vinto il gran ribelle
24e le porte de ’l ciel non prevarranno!
Cadon gli altari infranti,
sfuman le larve de ’l passato impure.
Avanti, avanti, avanti,
28con la fiaccola in pugno e con la scure.
No, non lordate il biondo
capo, fanciulle, con la cener vile;
venite; è bello il mondo;
32oggi rinasce con le rose aprile.
No, su le aiuole brulle
non incombon più il freddo e lo squallore:
venite a noi, fanciulle,
36oggi rinasce con le rose amore.
Dolce amor de’ ribelli
venite a rallegrar la nostra danza
co ’l tirso e co’ i capelli
40coronati de’ fior de la speranza.
Schiera festante, andiamo
là dove il vero come il sol risplende;
lassù, lassù corriamo
44dove giocondo l’avvenir ci attende.
A i liberi, a i costanti
le vie de l’avvenir s’apron secure.
Avanti, avanti, avanti,
48con la fiaccola in pugno e con la scure!