Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono/Documenti/B

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B.

Relazione delle rovine di Castelli fatta al Consiglio Provinciale nel 1833 dal Commendatore Palamolla.


«La totale rovina che sovrasta all’infelice Comune di Castelli per gli scoscendimenti delle terre, su le quali son fondate le case, ragion percui alcune di esse son di già cadute affatto e le altre si veggono esposte all’istesso inevtiabile destino; mi ha determinato di subito spedire sopra luogo l’Ingegnere provinciale signor Fasciani. Dal dettagliato rapporto rimessomi ho avuto motivo di osservare con estremo dolore il tristo e desolante stato in cui rattrovasi quella disgraziata popolazione; e se tutti i Comuni della Provincia debbono egualmente interessare il Capo dell’amministrazione ed i Consigli Distrettuali e Provinciali, quello di Castelli lo deve in un modo particolare, atteso la sua industria, diligenza, operosità, e commercio delle sue terraglie, ossian maioliche, l’uso delle quali è di positiva utilità, non solo a tutti gli Apruzzi, ma benanche alle altre provincie del Regno ed all’estero.

Io, o Signori, non ho tardato un istante a rassegnare il quadro di sì grandi sciagure che minacciano il Comune di Castelli, a S. E. il Ministro degli Affari Interni, per rasseguarlo alla Clemenza del nostro munificentissimo Monarca, e così potersi [p. 121 modifica]promodalmente accorrere dalla Provincia a quelle riparazioni che dal Cangiano si sono progettate; le quali, secondo lo stesso Ingegnere assicura, non serviranno che ad allontanare alquanto l’infausto destino, che attende gli sventurati Castellani, che non posson schivare la catastrofe che li minaccia, per cui debbono assolutamente esser costretti ad abbandonare i patrii lari e cercare un asilo in quelle vicinanze, onde non perdersi la loro industria tanto utile per essi stessi e per gli altri. Simili operazioni però non possonsi ottenere senza il soccorso del nostro paterno Governo, ed è perciò che mi trovo averne fatta la propsta a S. E. il Ministro dell’Interno, e spero che voglia dalla Clemenza Sovrana essere esaudita. Ma intanto credo necessario che il Consiglio Generale, prendendo il dovuto interesse alla cosa, unisca alle mie anche le sue fervide suppliche al Trono a prò di quei disgraziati abitanti.

Ora l’Eccellentissimo degli Affari Interni, colla sua venerata ministeriale de’ 25 spirante aprile, giustificando i miei vaticinii sull’interessamento che preso avrebbe nella circostanza, ha dimostrato la sua piena soddisfazione pel distinto dettaglio fattogli sul tristo avvenimento, ed assicura aver tosto rimesso il progetto dell’Ingegnere Cangiano all’esame della Direzione Generale, per esser subito discusso. Conviene poi completamente della necessità di riedificarsi altrove Castelli, e che andrebbe tutto a rassegnare all’Augusto nostro Monarca, per implorarne le dovute grazie.»

V. il Discorso pronunziato dal Commendatore B. Palamolla nell’apertura del Consiglio Provinciale del primo maggio 1833, pag. 28. — Teramo dalla tipografia dell’Intendenza.