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Supplice Odone allor: per caritade
Fammi di là passar; ma quel nocchiero
Disse: d’acqua di Lete un sol bicchiero
Scordare qui mi fe’ della pietade.

Indi col lungo rem colpi pesanti
Al tondo serigno dan le forti braccia
Di Caronte adirato; e par che faccia
Dolorosa battuta ai mesti canti.

Poscia stanco il nocchier nell’acqua getta
Il mostro fier, che nella stigia arena
Provar dovrà con sempiterna pena
Dell’adirato ciel l’aspra vendetta.

Del mille settecento ventidue
Ora che di Febbraio è mezzo il mese;
Io mi protesto, lettor mio cortese,
Esser tuo servidor Francesco Grue.

B.

Relazione delle rovine di Castelli fatta al Consiglio Provinciale nel 1833 dal Commendatore Palamolla.


«La totale rovina che sovrasta all’infelice Comune di Castelli per gli scoscendimenti delle terre, su le quali son fondate le case, ragion percui alcune di esse son di già cadute affatto e le altre si veggono esposte all’istesso inevtiabile destino; mi ha determinato di subito spedire sopra luogo l’Ingegnere provinciale signor Fasciani. Dal dettagliato rapporto rimessomi ho avuto motivo di osservare con estremo dolore il tristo e desolante stato in cui rattrovasi quella disgraziata popolazione; e se tutti i Comuni della Provincia debbono egualmente interessare il Capo dell’amministrazione ed i Consigli Distrettuali e Provinciali, quello di Castelli lo deve in un modo particolare, atteso la sua industria, diligenza, operosità, e commercio delle sue terraglie, ossian maioliche, l’uso delle quali è di positiva utilità, non solo a tutti gli Apruzzi, ma benanche alle altre provincie del Regno ed all’estero.

Io, o Signori, non ho tardato un istante a rassegnare il quadro di sì grandi sciagure che minacciano il Comune di Castelli, a S. E. il Ministro degli Affari Interni, per rasseguarlo alla Clemenza del nostro munificentissimo Monarca, e così potersi pro-