Notizie storiche della Valsassina (1889)/Libro 5

Libro Quinto — Dall'anno 1700 fino al 1844

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Libro 4 Appendice

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LIBRO QUINTO.

DALL’ANNO 1700 FINO AL 1844


CAPITOLO PRIMO.

Il ducato di Milano soggetto ai Gallo-Ispani — Il generale Davia attraversa la Valsassina e giunge a Fuentes — I Gallo-Ispani per la valle istessa e pel lago soccorron il forte ed obbligano il Davia a ritirarsi — Lecco e Fuentes si arrendono agli Austriaci — I Gallo-Sardi conquistano il milanese — Ritorna sotto gli Austriaci, poi di nuovo sotto i Gallo-Ispani ed in fine ancora sotto gli Austriaci.

Colui che i superiori libri abbia letto avrà visto come la Valsassina fosse fin da remoti tempi importante per posizione topografica e industriale, come vivesse in istato indipendente e libero e ad altre terre imperasse, e come, assoggettatasi spontaneamente ai principi di Milano, fosse sempre stata considerata una regione a parte del ducato, e godesse esenzioni e franchigie non poche; e benchè il governo spagnuolo l’avesse molto impoverita, pure gran parte delle immunità e franchigie vi lasciò ancora e rispettò. Ma ogni cosa in questo ultimo libro contro il diritto pubblico le verrà tolto, le antiche instituzioni verranno abolite, ogni traccia d’indipendenza verrà estinta, pagata d’ingratitudine, obliata.

Quella lunga ed esosa dominazione spagnuola volgeva al suo termine. Morto Carlo II (1700), senza aver lasciato prole maschile, Lodovico IV re di Francia fece gridare suo figlio Filippo re di Spagna e duca di Milano. Ma l’imperator Leopoldo sorse contro lui a contendere coll’armi il diritto di successione per suo figlio Carlo, ed il ducato di Milano divenne teatro delle sanguinose guerre combattute fra gli Austriaci alleati coi Savoiardi comandati dal principe Eugenio di Savoia ed i Gallo-Ispani capitanati dal maresciallo Vandome. Nè le terre nostre andarono esenti dalle calamità della guerra. [p. 213 modifica]

Giuseppe Cossoni di Dongo sorse con bande paesane in favore dei Tedeschi e si affortificò alla meglio nella sfasciata rocca di Musso. Mai capitani Calmanero ed Andjugar dal forte di Fuentes si recarono con buone truppe a Musso, ed insignoritisi della fortezza la distrussero.

Qualche tempo dopo il marchese Gio. Battista Davia con duecento ottanta cavalli distaccossi da Ostiglia, ov’era acquartierato, da Lecco entrò nella Valsassina furiosamente trascorrendola, e all’alba del 16 aprile dell’anno 1704 improvvisamente apparve sotto il forte di Fuentes. Francesco Pellizzone, che era ivi soldato di guarnigione, d’accordo col Davia, aveva la notte antecedente preparate le scale alle mura, ma l’esser il marchese giunto alla mattina, rese vano il tentativo di sorprender la fortezza. Allora il Davia armò due navi e ne arrestò due altre cariche di mercanzie che dalla Germania eran dirette a Milano. Quindi portossi a Domaso e a Gravedona, ove impose alcune contribuzioni di pane.

Giuntone l’avviso al governatore della rocca di Lecco, per la via della Valsassina mandò tosto in sussidio della guarnigione di Fuentes cinquanta dragoni, per l’arrivo dei quali dovette il Davia da Gravedona tornar a Colico. Seguivanli settecento fra dragoni e corazzierì spediti da Voudemont, governatore di Milano, sotto il comando del generale Francesco Toralba. Questi sbarcarono a Dervio il 18 del succennato mese, e prendendo il cammino di terra marciarono a Colico. Allora il Davia si vide costretto a battere la ritirata, e defilando sotto i tiri dell'artiglieria del forte, ma senza danno, ricovrossi in Valtellina1.

Dopo lunghe guerre poté il principe Eugenio impadronirsi del ducato di Milano, e prenderne il possesso a nome dell’imperator Giuseppe I (24 settembre 1705).

Lecco però, le cui fortificazioni erano state estese nel 17032, durava tuttavia in potere dei Gallo-Ispani. Ma avendo il principe Eugenio preso anche Trezzo, mandò al conquisto di Lecco trecento cavalli Alemanni, Savoiardi ed Ussari sotto la condotta di un capitano lorenese, il quale, venuto a Pescate (3 ottobre 1705), fece affiggere al ponte ed alle porte di Lecco le cedule imperiali, e mandò nella fortezza il cavalier Carlini figlio naturale del principe Eugenio per far la chiamata e intimar al governatore don Cristoforo Quixano y Cardenas Balderrama la resa della piazza. [p. 214 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/224 [p. 215 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/225 [p. 216 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/226 [p. 217 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/227 [p. 218 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/228 [p. 219 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/229 [p. 220 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/230 [p. 221 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/231 [p. 222 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/232 [p. 223 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/233 [p. 224 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/234 [p. 225 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/235 [p. 226 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/236 [p. 227 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/237 [p. 228 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/238 [p. 229 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/239 [p. 230 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/240 [p. 231 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/241 [p. 232 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/242 [p. 233 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/243 [p. 234 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/244 [p. 235 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/245 [p. 236 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/246 [p. 237 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/247 [p. 238 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/248 [p. 239 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/249 [p. 240 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/250 [p. 241 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/251 [p. 242 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/252 [p. 243 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/253 [p. 244 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/254 [p. 245 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/255 [p. 246 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/256 [p. 247 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/257 [p. 248 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/258 [p. 249 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/259 [p. 250 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/260 [p. 251 modifica]Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/261

  1. Lavizzari, Op. cit., lib. X, pag. 240.
  2. Reina, Descrizione corografica e storica della Lombardia, pag. 82. — Appendice al ricorso dei deputati di Lecco e Trezzo.
    Le fortificazioni di Lecco erano state ricostruite ed ampliate anche nel 1450, nel 1498, nel 1609, ma specialmente nel 1442, sotto il duca Filippo Maria Visconti. Di questa si conserva memoria anche in una lapide esistente in casa dell’illustre architetto ingegnere Giuseppe Bovara di Lecco, la quale nella parte superiore ha un’arma gentilizia con tre aquile e due serpi aventi il fanciullo in bocca e nell’inferiore sta scritto: hoc apus fec fuit ipr regimis spect et egregiorum viror.... guien de coconate et pet de giringellis comisarius et potestas Leuci anno MCCCCXLII. Nella bella raccolta di questo architetto miransi oggetti di belle arti, mineralogia, antichità e stupendi lavori in sovero diretti da lui ed eseguiti con incredibile pazienza, diligenza e studio da Giacomo Anghileri.