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[p. 236 modifica]Ora per gli uomini dotti, i quali furono dalla lettura di que’ manoscritti invogliati di sapere notizie del carattere e della vita di Didimo, e me ne richiedono istantemente, scriverò le scarse, ma veracissime cose che io so come testimonio oculare. Giova ad ogni modo premettere tre avvertenze. Primamente: avendolo io veduto per pochi mesi e con freddissima famigliarità, non ho potuto notare (il che avviene a parecchi) se non le cose più consonanti o dissonanti co’ sentimenti e le consuetudini della mia vita. Secondo: de’ vizj e delle virtù capitali che distinguono sostanzialmente uomo da uomo, se pure ei ne aveva, non potrei dir parola: avresti detto ch’egli lasciandosi sfuggire tutte le sue opinioni, custodisse industriosamente nel proprio segreto tutte le passioni dell’animo. Finalmente: citerò le parole di Didimo, poichè essendo un po’ metafisiche, ciascheduno degli uomini dotti le interpreti meglio di me, e le adatti alle proprie opinioni.