Non so per qual ria sorte, o qual mio danno
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VI
Non so per qual ria sorte, o qual mio danno
Cangiasse Amor lo stato, in ch’io vivea,
Allor che in pace i giorni miei traea,
Scarca dal peso d’ogni grave affanno.
5Pria mi sembrò cortese, ed or tiranno
Fa crudo strazio di mia vita rea:
Ei mostrar volle in me quanto potea
L’arte crudel d’un lusinghiero inganno.
Ond’io son giunta a tal, che al mio peggiore
10Lassa acconsento, e in mezzo a’ miei tormenti
Chieder non so ragion del suo rigore.
Anzi vuol quel crudel, ch’io mi contenti
Del proprio male, e al misero mio core
Nè pur l’antica libertà rammenti.