Nicarete ovvero La festa degli Alòi/Atto unico/Scena quarta
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Atto unico - Scena terza | Atto unico - Scena quinta | ► |
SCENA IV.
TUCRITO e detti.
Tucrito.
(entrando)
Oh! Carione che declama...
Carione.
(con importanza)
Domani ho da improvvisare in tribunale. Ti conduco Protomaco...
Tucrito.
(salutando)
Oh Protomaco...
Protomaco.
(id.)
Tucrito...
Carione.
E vengo a prendere te. Che fortuna il tuo ritorno ad Atene! Mi scadono gli interessi del vecchio e nuovo giorno e l’usuraio non vuol più rinnovarmi... senza una garanzia...
Tucrito.
Bene, verrò io.
Carione.
Se non vieni subito, son fritto!
Tucrito.
Verrò subito. E allora non mi resta che il tempo, o Protomaco, di dirti grazie dell’essere venuto. Hai avuta la mia lettera ieri? (Protomaco accenna di sì) Dalla mia partenza in poi, non sapevo più nulla di te...
Protomaco.
E tu tanto tempo sei stato senza farti vivo...
Tucrito.
Casi della vita! Ho girato l’Acaja e l’Argólide, e l’Isole e l’Jonia... Benedetta questa nostra città di Minerva! Qui dentro, fra noi, ci azzuffiamo tutto il dì nello Pnice a denigrarla. Più se ne va lontani e più ad amarla s’impara. Nè però duolmi del viaggio: ritorno con qualche cognizione di più... qualche dramma di più... una compagnia di più...
Protomaco.
(interrompendolo)
Hai preso moglie?
Tucrito.
E vieni a tempo, poichè ho il piacere di presentartela. L’ho sposata in Megara, dove era presso un suo zio... Tutto l’Egèo non ha perle che la uguaglino...