Nicarete ovvero La festa degli Alòi/Atto unico/Scena prima
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Atto unico - Scena seconda | ► |
SCENA I.
TUCRITO e NICARETE.
(Tucrito in piedi leggendo una lettera)
(Nicarete seduta lavorando)
Tucrito.
(leggendo e ripiegando il foglio)
Quel Carione!... sempre al verde!... che sanguisuga!... non ti rende un servigio che non ti tasti la borsa!... Che ombra fa il gnomone, Nicarete?
Nicarete.
Due piedi.
Tucrito.
E allora a momenti sarà qui con Protomaco.
Nicarete.
Ah!...
Tucrito.
Come va il cuore, Nicarete? Balla la danza dei Coribanti?
Nicarete.
(sorridendo)
Ah!... ah!... senti il polso.
Tucrito.
(toccandole il polso, con pacatezza)
Sì, abbastanza calmo. È vero che di calme ce ne han parecchie. Anche il mare è in bonaccia, se la tempesta è vicina... Vediamo un po’... Protomaco di Lisania, colargèo, dopo averti sposata per gola della dote...
Nicarete.
Diceva di amarmi...
Tucrito.
Questo si usa dire, — un bel dì fu preso dalla voglia di esser libero...
Nicarete.
No... dalla gelosia...
Tucrito.
(con bonomia)
Vada per la gelosia, — la quale gli servì di pretesto per accusarti all’Arconte di infedeltà e trovare testimoni all’accusa...
Nicarete.
Alla calunnia...
Tucrito.
Alla calunnia...
Nicarete.
Nicarco il testimone si vendicò delle mie repulse...
Tucrito.
(con flemma)
Anche agli Dei la vendetta piace. E a Protomaco, tuo marito, piaciuta o no, ha fatto comodo: gli ha permesso di cavarsela senza tante maledizioni come Teseo, senza sparger sangue come Eufiléto... ma in forma molto più pratica di entrambi:... si è servito della legge, e ti ha ripudiato... senza rendere la dote...
Nicarete.
L’infame!...
Tucrito.
(con flemma bonaria)
Ah, già, che una bella azione veramente non fu e Aristide il giusto non l’avrebbe pensata. Ma infine, colla facilità dei divorzi fra noi, le sono cose di tutti i giorni (suggestivo, scrutandola, come parlando fra sè): e la perdita della dote era il meno...
Nicarete.
(celando il volto fra le mani)
Che mi rammenti!
Tucrito.
...Perchè Solone, legislatore nostro di gloriosa memoria, su queste faccende non ischerzava; e alle ripudiate per infedeltà comminò una vita di umiliazioni peggiore della morte...
Nicarete.
Oh, Venere!
Tucrito.
...Tanto che ad essa hai preferito lasciare qui gli Dei patrii e i patrii sepolcri e rifugiarti in Megara...
Nicarete.
E là, tu hai incontrata me, cittadina libera, di sangue nobile, sulla pubblica via a vender nastri:... ti sei impietosito della mia sventura... mi hai raccolto in tua casa... hai fatto di me la tua compagna...
Tucrito.
E oggi sono io che ti riconduco in Atene...
Nicarete.
Dove i miei padri dormono...
Tucrito.
(con intenzione, completando la frase)
E dove Protomaco tuo primo marito vive. A momenti sarà qui. Come va il cuore, Nicarete?
Nicarete.
Ma senti!...
Tucrito.
(posandole una mano sul cuore)
Sì... ancora calmo.
Nicarete.
(con voce di rimprovero affettuoso)
Tucrito!
Tucrito.
Eh?
Nicarete.
Perchè queste domande? Io avrei preferito non rivederlo colui: e il tuo fu un pensiero strano: ma ti pare che sarei di te degna, se la sua vista valesse a turbarmi? Il giorno che la tua bontà mi riaperse gli orizzonti della vita, nel cielo di essa ai miei occhi apparisti simile a un Dio! Tuo in quel dì fu il mio cuore... Dimmi, Tucrito, non te ne ho date prove?
Tucrito.
(commosso)
Oh! per questo, che la Dea ti protegga!...
Nicarete.
(insinuante, affettuosa)
E ti sorprenderebbe che la tua pietà mi abbia rifatta orgogliosa? O il nostro affetto sarebbe sì fievole che sfidando l’avvenire temerebbe di riaffacciarsi al passato?... Se io tremassi di rivedere Protomaco, se ti pregassi di non mi esporre a pericolo... sarebbe il tuo orgoglio contento?
Tucrito.
E io studiavo eloquenza da Isocrate! (abbracciandola) Sì, sì, ti credo, anima mia...