Ne la tempesta de le cure ascose
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XII
LA DONNA SFIORENTE PER MALINCONIA
Ne la tempesta de le cure ascose,
ond’è il tuo cor miseramente involto,
la bellezza ch’il cielo in te ripose,
naufragante si mira entro al tuo volto.
Pietá dei labri, a cui mancan le rose!
pietá del sen, ch’è senza gigli incólto!
pietá degli occhi, in cui l’alme amorose
piangon de la lor vita il Sol sepolto!
Erran d’intorno a te le Grazie e il Riso,
le Gioie e i Vezzi; ed, esuli innocenti,
braman che li richiami al tuo bel viso.
Prenda eterni un augel vivi alimenti
da un cor dannato: il bel del paradiso
non sia preda agli affanni, ésca ai tormenti.