Nacqui e vivo nel cielo, e pure il cielo
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Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Battista
XXIV
IL TEMPO
Nacqui e vivo nel cielo, e pure il cielo
le mie forze tiranne unqua non sente;
misuro i moti al sole e col mio dente
rodo i marmi a Numidia, i bronzi a Delo.
Do le fiamme alla state, al verno il gelo,
rendo la notte ombrosa, il dí lucente,
e so portar della mondana gente
rughe alla fronte e canutezza al pelo.
Angue son io da mano egizia espresso,
che mordo la mia coda. Or qual veleno
vomito a’ danni altrui s’odio me stesso?
In tante scene io mi paleso; appieno
di saper l’esser mio non è concesso;
quanto si pensa piú, s’intende meno.