Myricae/Ultimo sogno
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Giovanni Pascoli - Myricae (1891)
Ultimo sogno
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ULTIMO SOGNO
Da un immoto fragor di carrïaggi
ferrei, moventi verso l’infinito
tra schiocchi acuti e fremiti selvaggi...
4un silenzio improvviso. Ero guarito.
Era spirato il nembo del mio male
in un alito. Un muovere di ciglia;
e vidi la mia madre al capezzale:
8io la guardava senza meraviglia.
Libero!... inerte sì, forse, quand’io
le mani al petto sciogliere volessi:
ma non volevo. Udivasi un fruscìo
12sottile, assiduo, quasi di cipressi;
quasi d’un fiume che cercasse il mare
inesistente, in un immenso piano:
io ne seguiva il vano sussurrare,
16sempre lo stesso, sempre più lontano.