Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi/Capitolo III

Capitolo III

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CAPITOLO III.

Atri e la sua Cattedrale.


Favolose sono le origini di Atri, e non vi è stato archeologo, fra gli antichi e fra i moderni, che non abbia offerto il suo tributo alla storia di questa Città, che si perde nella notte de’ tempi. Noi lasceremo perciò in disparte le dotte e lunghe elucubrazioni di Alessio Simmaco Mazzocchi, del Bochard, dell’Orlandi, dell’Abate Lanzi, di Nicolò Sorricchio e dello stesso eruditissimo Panfilo Serafini, per non "ripetere cose già note a’ dotti, e che hanno offerto in ogni tempo ed offriranno nell'avvenire larghissimo campo alle dispute degli archeologi. Atri fu certamente una delle più illustri e cospicue città dell’Italia antica, come lo provano i monumenti di ogni sorta, le monete, dottamente illustrate, avuto riguardo ai tempi, da Melchiorre Delfico, e delle quali l’insigne Mazzocchi lasciò scritto: grutulor Atrianensibus nostris tantam praestare antiquitatem, quae excedat italica tempora» e le sue epigrafi pubblicate dal Muratori, dallo Zaccaria, dal benemerito Nicola Sorricchio, dall’Antinori, da T. Mommsen, e di recente con migliore lezione dal cav. Gabriello Cherubini. Nè mancano di quelli, con l’autorità di Plinio, di Stradone e dello stesso Teodoro Mommsen, i quali sostengono spettare ad Atri l’onore di aver dato il suo nome al mare Adriatico 1. Ma questa opinione, per quanto lusinghiera, non ha fondamento di storica certezza.

Durante il Medioevo, questa Città subi la sorte comune a quella di tutte le altre Città della Penisola. Quando caduta in rovina il decrepito Impero Romano, l’Italia venne in potere dei barbari del settentrione, Atri, come Teramo, come Castel S. Flaviano, fece parte del Ducato di Spoleto: venne in seguito nel dominio de’ Franchi. [p. 136 modifica]Nel 1155, dopo la morte del gran Re Ruggieri I, Atri fu devastata da Roberto di Loretello, Conte di Bassavilla: questo principe ed i suoi discendenti vi tennero dominio fino alla fine del XII secolo; ma spentasi la famiglia dei Loretello con Maria, moglie del Re di Ungheria, Atri venne successivamente posseduta dai Papi, dagli Svevi e dagli Angioini. Passò in appresso alla potentissima miglia di Acquaviva.

La prima volta che gli Acquaviva appariscono nella storia della nostra Regione è nell’anno 1195, quando Errico VI confermò a Rainaldo di Acqua viva e Foresta di lui moglie alcuni fondi tenuti da Leone di Atri, padre di Foresta a fine di rimeritarlo della fedeltà serbata verso l'imperatore e per ricompensa de' vervigi resi: Inde est, dice il diploma, quod attendentes sincere fidei et dovotionis constantiam qiiam Rainaldus de Aquaviva et Fortebraccia fideles nostri, semper nostris servitiis habere, qualiter nondum cessant prò nostris utilitatibus, eos credimus in antea praestituros, de mera gratia, et innata nobis benignitate, damus et concedimus in perpetuum praedicto Raynaldo de Aquaviva, uxori ejus Foreste et heredibus suis... totam terram quam tenet Leonus de Atro pater praedicte Foreste, tam in demanio, quam in servitio, cum omni jure, honore, tenimentis et pertinentiis suis 2. Fra i beni donati vengono ricordati Scorrano, Carminiano, Forcella, Cantalupo, Castel Vecchio, Acquaviva, Santa Maria di Atri etc. E fu Raynaldo stipite degli Acquaviva, che tennero terre e castella nella nostra Regione, e che in appresso si divisero in più rami, e da lui, fra gli altri, trassero origine Andrea e Riccardo fioriti ai tempi di Federico II, l’uno Viceré in Terra di Otranto e l’altro governatore a Viterbo, e Berardo Falconiere dello stesso Imperatore, che si trova ricordato nel Regesto — De mandato imperiali, actmn per Magistrum Albertum, scripsit Laurentius Alexandro; etc. 3. In tempi meno remoti appariscono altri Acquaviva dello stesso stipite. Infatti nel 1279 Carlo II aveva ordinato 4, addi 4 gennaio, che tutti i Baroni e feudatarii del Regno, e coloro che tenevano beni in capite regiae Curiae, muniti di armi e di cavalli, si dovessero tener pronti per l’aprile dello stesso anno, e fare la loro [p. 137 modifica]rivela innanzi al Giustiziere di Abruzzo, Guglielmo di Brunello; vi comparvero, fra gli altri, alcuni Acquaviva per Forcella; Mainaro di Acquaviva e Gentile suo fratello; Guglielmo predetto; Sansone e Rinaldo per Acquaviva, Rapino e Pizzo inferiore; Minieri e Gentile per Colle Ombrello; Guglielmo per Cerbiforco; Bartolomeo per Tizzanno; Ruggieri di Berardo pel Castello di Mucchio 5. Qualcuna delle tante diramazioni degli Acquaviva è molto antica nelle Provincie Abruzzesi, come si argomenta da carte e Diplomi esistenti nel R. Archivio 6, e da altri documenti ricordati dal Brunetti, dal Muzii e dal Palma; e finalmente da alcuni registri de’ morti, segnati nel Necrologio della Cattedrale di Teramo, riportati dal Muzii nella sua Istoria ms. in cui si legge la morte di Corrado Acquaviva avvenuta nel 1321, di Rinaldo Acquaviva, Vescovo di Teramo nel 1314, di Francesco di Acquaviva nel 19 novembre 1338, di Pietro Acquaviva nel 1335; etc. Fra i molti rami ne' quali si divise questa famiglia, due lasciarono di sè non cancellabili ricordi nella nostra storia :i Conti di S. Valentino, discendenti di Rainaldo Acquaviva, e l’altro de’Duchi di Atri e Conti di S. Flaviano, discendenti da Mat[p. 138 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/180 [p. 139 modifica]mirato. Ed a conferma di questa autorità ad Antonio concessa, il Muzii ricorda un Diploma del Re Carlo, col quale si comanda al Giustiziere di non intromettersi in una lite mossa contro la Università di Teramo, ad istanza di un Signore di Offida, per essere costui suo familiare e vassallo. Il Contarmi 7 e l’Antinori 8 riferiscono, che vivendo Giovanna I. d’Angiò, venne da questa concesso al nostro Antonio il Contado di S. Flaviano; e quasi contemporaneamente, nel 1352, regnando Giovanna e Luigi, quello di Montorio tolto a Lalle Camponeschi 9. Ma i chiari e benemeriti scrittori non dissero il vero: Antonio di Acquaviva ebbe la terra di S. Flaviano con Diploma di Carlo III. di Durazzo, del quale noi la prima volta diamo un sunto esatto. Il Re «dopo aver lodato Antonio di Acquaviva suo «Ciambellano e familiare «propter grantia servitia a lui resi, et «cum egregiam operam Regno armis prestitisset, gli donò in coni«penso la terra di S. Flaviano — Terram utique demanialem et de antiquo Regni et Curie nostre demanio, exisistentem cum castro seu fortellitio ejus, casalibus etc. Actum Neapoli presentibus magnificis viris Nicolao de Ursinis Nolano l'alatino, Henrico de Sancto Severino Milite et Bellicastri comitibus, Hugone et Tomasio de Sancto Severino milite; Mattheo Crispano de Neapoli milite, legum doctore. Magne nostre Curie Magistro Rationali locumtenente Magistri Camerarii Regni Sicilie; Palamidesio Buezuto et Cirello Ajossa de Neapoli militibus, et quam pluribus aliis consiliariis familiaribus nostris dilectis. Datum vero ibidem per manus Viri magnifici Ioannis de Ursinis Comitis Manuppelli Logothete et protonotarii Regni Siciliae, consiliarii et fidelis nostri dilecti. Anno Domini M.° CCC° LXXXII, Die XII Aprilis V. Indictionis regnorum nostrorum Anno primo — 10. S’ingannano perciò il Palma e gli altri storici nostri i quali, citando il Diploma sull’autorità del Brunetti, lo dicono spedito il 14 aprile. E nel giorno 15 gennaio 1383 Carlo III, con altro suo privilegio, ordina al milite Bartolomeo Sanseverino suo Vicario nei due Abruzzi, di mettere il detto Antonio di Acquaviva nel pos[p. 140 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/182 [p. 141 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/183 [p. 142 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/184 [p. 143 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/185 [p. 144 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/186 [p. 145 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/187 [p. 146 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/188 [p. 147 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/189 [p. 148 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/190 [p. 149 modifica]Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/191 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  1. V. Giornale letterario di Napoli, Vol. 72 pag. 79 a 42; Cellario, Geograf. antic. lib, 20 cap. 9; Lanzi Saggio di lingua etrusco, tom. 2° pag. 460; Mazzocchi Dissert. Tyirrenic. Diss. 5a lo stesso: ad Tabul. Heracl. collect. 7. Goni, Museo Etrusco, Guarnacci, Origini italiche, Orlandi, Città d’Italia, Tom, 1° pag. 101; e tra gli antichi, Silio Italico, Tito Livio, etc.
  2. Ammirato, Fam. Nob. Tom. II, art. Acquaviva.
  3. V. Erasmo Ricca — Nobiltà delle due Sicilie. Vol. II, pag. 193.
  4. Antinori— Raccolta di notizie storiche de'tre Abruzzi et. Vol. II. Gap. VIII, pag. 154 a 164.
  5. Di Riccardo e di Giorgio Acquaviva,troviamo questi ricordi nei Registri Angioini, che per non essere stati pubblicati dagli Scrittori putrii, qui trascriviamo: Re Carlo dà il suo assenso per il matrimonio tra Giacoma de’Pizzi e il milite Riccardo d’Acquaviva, regio famigliare. E poiché la detta Giacoma è vedova di Berardo di Rayan, già suo Vicario a Roma, così a norma delle consuetudini del Regno, che stabiliscono quod mulier aliqua, postquam ad secunda vota devenerit, Baliatum filiorum ejus quos ex primo viro subnepit gerat in antea, delega il baliato de’ figliuoli del defunto de Rayan al secreto e maestro procuratore di Abruzzo. E nello stesso tempo dà il suo assenso per l’altro matrimonio di Petruccio figliuolo di detto Riccardo d’Acquaviva con Margarita figliuola della suddetta Giacoma e del defunto Rayan (Sabato l6 X.bre — Reg.1269 D, n. 6, fol. 59) Lo stesso Riccardo viene de Carlo d’Angiò creato capitan generale a guerra del Giustizierato di Calabria, esonerandone Tommaso Sanseverino a causa d’infermità con diploma datato da Brindisi, Sabato 2 Sett. 13 Indizione. (Reg. 1283 A, n. 45, fol. 163). Fu giustiziere di Terra d’Otranto nel 16 Dicembre 1284, e ne è esonerato il 12 Aprile dello stesso anno (Reg. 1234 A, n. 47, fol. 19. Acquaviva Giorgio sta al campo contro la Città di Napoli insieme al Re Alfonso con 200 sue lance. (Dalle notizie di Minieri - Riccio estratte da’ fascicoli, che in 13 fasci sono riposti nella Sala Diplomatica di S. Severino) fol. 139 e 40; fol. 71, t.
  6. Ex reg. Reg. Arch. an. 1272. an. 1303.
  7. Nobiltà di Napoli pag. 271.
  8. Antinori Voi. 11.
  9. Op. c. Voi. 11, Cap. Vili.
  10. Registro 1381, n. 358. fol. 326. t.