Monete dei romani pontefici avanti il mille/Stefano IV
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816-817.
Dieci giorni dopo la morte di Leone III fu eletto a sommo pontefice Stefano di nazione romano.
Subito dopo la sua consecrazione mandò messi a Lodovico qui quasi pro sua consecratione suggererent1, indi subito recossi a Reims, dove solennemente l’incoronò imperatore.
Queste parole che Eginardo scrisse subito dopo d’aver detto che Stefano electus et ordinatus est, sono taciute dal Muratori, il quale invece2 riporta quelle dell’anonimo scrittore della vita di Lodovico, che avendo detto della consecrazione del papa e che due mesi dopo andò in Francia dall’imperatore, soggiunge praemisit tamen legationem quae super ordinatione eius Imperatori satisfaceret.
Naturalmente il nostro annalista dei due autori scelse quello della cui citazione meglio potesse trar partito per dire, che già Lodovico doveva pretendere qualmente non si avesse a consecrare un papa senza che prima si avesse il suo consenso, quando invece da Eginardo risulta che il papa desiderando di coronare in persona Lodovico, prima gli mandò messi per disporlo a questo, e ricevuta soddisfacente risposta, subito andò a Reims, inoltre, come abbiam già detto, sinora agli imperatori Carolingi tal diritto non era stato dai papi concesso, nè perciò potevano pretenderlo.
Essendo Stefano ritornato in Roma, carico d’anni dopo pochi mesi di pontificate passò a miglior vita nel gennaio dell’817.
Non conosco alcun denaro certo di questo papa, ma il Cinagli3 due come suoi ne descrisse dicendoli riportati dal manoscritto del Selvaggi, il che non mi fu possibile di far verificare, e le monete in esso riferite appartenendo alla collezione Chigi, in essa tali pezzi non esistono. Dice che il primo ha attorno da un lato LVDOVVICVS e nel campo in monogramma IMP, e dall’altro SCS PETRVS col monogramma di STEFANVS; ma questo denaro, dalla descrizione suddetta, si vede spettare a Valentino, avendovi dalla lettera E ricavato anche una F, e non tenuto conto dell’estremità della prima asta che ci dà una L. Inoltre mai Stefanus si scrisse con una F, ma bensì con P H, come si può vedere anche sulle monete di Stefano V e VI.
Il secondo dice essere al primo uguale nella parte sulla quale evvi Scs Petrus, e nell’altra avere nella leggenda attorno una stella indi LVDOVVICVS IMP, e nel campo assieme legate le lettere PIVS. Siccome nè nei denari di Pasquale che segue, nè in quelli di Eugenio e di Valentino cbe sinora si conoscono trovasi già la stella e la parola PIVS nel campo, crederei che come l’antecedente sia una varietà a me ignota di un denaro dello stesso Valentino, nel quale si sia già messa la stella, che indi vediamo su quasi tutte le monete di Gregorio IV suo successore.