Capitolo 68
Del novero degli Grandi Cani, quanti furo

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Capitolo 68
Del novero degli Grandi Cani, quanti furo
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Sappiate veramente ch’apresso Cinghin Cane fue Cin Kane, lo terzo Bacchia Kane, lo quarto Alcon, lo quinto Mogui, lo sesto Cublam Kane. E questi àe piú podere, ché se tutti gli altri fossero insieme, non poterebboro avere tanto podere com’àe questo Kane dirieto ch’à oggi, e à nome Cablam Kane. E dicovi piú, ché se tutti li signori del mondo, e saracini e cristiani, (fossero insieme), non potrebboro fare tanto tra tutti come farebbe Coblam Kane.

E dovete sapere che tutti li Grandi Kani disces[i] da Cinghi Kane sono sotterati a una montagna grande, la quale si chiama Alcai; e ove li grandi signori de’ Tartari muoiono, se morissoro 100 giornate di lungi a quella montagna, sí conviene ch’egli vi siano portati. E sí vi dico un’altra cosa, che quando l[i] corp[i] de li Grandi Kani sono portati a sotterare a questa montagna, e egli sono lungi 40 giornate e piú e meno, tutte le gente che sono incontrate per quello viaggio dove si porta lo morto, tutti sono messi a le spade e morti. E dicogli, quando gli uccidono: «Andate a servire lo vostro signore ne l’altro mondo», ché credono che tutti quegli che sono morti, per ciò lo debbiano servire ne l’altro mondo. E cosí uccidono gli cavagli, e pure gli migliori, perché ’l signore gli abbia ne l’altro mondo. E sappiate, quando Mo[gui] Kane morío, furo morti piú di 20.000 uomini che ’ncontravano lo corpo che s’anda(va) a sotterare.

Da che ò cominciato de’ Tartari, sí ve ne dirò molte cose. Li Tartari dimorano lo verno in piani luoghi ove ànno erba e buoni paschi per loro bestie; di state in luoghi freddi, in montagne e in valle, ov’è acqua e (a)sai buoni paschi. Le case loro sono di legname, coperte di feltro, e sono tonde, e pòrtallesi dietro in ogni luogo ov’egli vanno, però ch’egli ànno ordinate sí bene le loro pertiche, ond’egli le fanno, che troppo bene le possono portare leggeremente. In tutte le parti ov’egli vogliono queste loro case, sempre fanno l’uscio verso mezzodie. Egli ànno carette coperte di feltro nero che, per che vi piova suso, non si bagna nulla che entro vi sia. Egli le fanno menare a buoi e a camegli, e’n su le carette pongono loro femmine e loro fanciugli. E sí vi dico che le loro femmine comperano e vendono e fanno tutto quello che agli loro mariti bisogna, però che gli uomini non sanno fare altro che cacciare e ucellare e fatti d’oste. Egli vivono di carne e di latte e di cacci(a)gioni; egli mangiano di pomi de faraon, che vi n’à grande abondanza da tutte parti; egli mangiano carne di cavallo e di carne e di giument’e di buoi e di tutte carni, e beono latte di giumente. E per niuna cosa l’uomo non toccarebbe la moglie de l’altro, però che l’ànno per malvagia cosa e per grande villania. Le donne sono buone e guarda bene l’onore de’ l[oro] signori, e governano bene tutta la famiglia. Ciascheuno puote pigliare tante mogli quant’egli vuole infino in 100, se egli àe da poterle mantenere; e l’uomo dàe a la mad(r)e della femina, e la femina non dà nulla a l’uomo, ma ànno per migliore e per piú veritier[a] la prima moglie che l’altre. Egli ànno piú figliuoli che l’altra gente per le molte femmine. Egli prende per moglie le cugine e ogni altra femina, salvo la madre; e prendono la moglie del fratello, s’egli muore. Quando piglia moglie, fanno grandi nozze.