Capitolo 57
De la grande provincia di Ta(n)gut

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Capitolo 57
De la grande provincia di Ta(n)gut
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A l’uscita de(l) diserto si truova una città ch’à nome Sachion, che è a lo Grande Cane. La provincia si chiama Tangut; e adorano l’idoli (ben è vero ch’egli v’à alquanti nestorini, e àvi saracini). La terra è tra levante e greco. Quegli dagl’idoli ànno per loro speziale favella; no sono mercatanti, ma vivono di terra. Egli ànno molte badie e monisteri, tutti piene d’idole di diverse fatte, a li quali si fa sagrifici grandi e grandi onori. E sapiate che ogni uomo che à fanciulli fae notricare uno montone a onore degl’idoli. A capo dell’anno, ov’è la festa del suo idolo, lo padre col figliuolo menano questo montone dinanzi a lo suo idolo, e fannogli grande riverenza con tutti li figliuoli. Poscia fanno correre questo montone; fatto questo, rimenall[o] davanti a l’idolo, e tanto vi stanno ch’è detto loro uficio e loro prieghi, ch’elli salvi li loro figliuoli. Fatto questo, danno la loro parte della carne a l’idolo; l’altra tagliano e portano a loro casa o a altro luogo ch’egli vogliono, e mandano per loro parenti, e mangiano questa carne con grande festa e reverenza; poi ricolgono l’ossa e ripongolle in sopidiani o in casse molto bene. E sappiate che tutti gl’idolatori, quando alcuno ne muore, gli altri pigliano lo corpo morto e fannolo ardere. E quando si cavano di loro casa e sono portati al luogo dove debbono essere arsi, nella via li suoi parenti in piú luoghi ànno fatte certe case di pertiche o di canne copert[e] di drappi di seta e d’oro. E quando sono col morto dinanzi da questa casa, sí posano lo morto dinanzi a questa casa, e quivi ànno vino e vivande assai; e questo fanno perché sia ricevuto a cotale onore nell’altro mondo. E quando lo corpo è menato al luogo ove dé essere arso, quivi ànno uomini di carte intagliati e cavagli e camegli e monete grosse come bisanti, e fanno ardere lo corpo con tutte queste cose, e dicono che quello morto avrà tanti cavagli e montoni e danari e ogn’altra cosa nell’altro mondo quant’egli fanno ardere per amore di colui in quello luogo dinanzi dal corpo. E quando lo corpo si va ad ardere, tutti li stormenti de la terra vanno sonando dinanzi a questo corpo.

Ancora vi dico che quando lo corpo è morto sí manda gli parenti per astronomi e indivini, e dicogli lo die che nacque questo morto; e coloro, per loro incantesimi de diavoli, sanno dire a costoro l’ora che questo corpo si dee ardere. E tengollo talvolta li parenti in casa, quel morto, 8 die e 15 e uno mese, aspettando l’ora che è buona da ardere, secondo quelli indovini, né mai no gli arderebboro altrimenti. (T)engono questo corpo in una cassa grossa bene uno palmo bene serata e confitta e coperta di panno co molto zafferano e spezie, sí che no puta a quelli della casa. E sappiate che quegli della casa fanno mettere tavola dinanzi dalla cassa ov’è ’l morto, con vino e con pane e con vivande come s’egli fosse vivo, e questo fanno ogne die fino che si dee ardere. Ancora quegli indovini dicono a li parenti del morto che no è buono trare lo morto per l’uscio, e mettono cagioni di qualche stella ch’è incontra a l’uscio, onde li parenti lo mettono per altro luogo, e tale volta rompono lo muro della casa da l’altro lato. E tutti gl’idoli del mondo vanno per questa maniera.

Or lasciamo di questa e direnvi d’altre terre che sono verso lo maestro, presso al capo di questo diserto.