Capitolo 172
Di santo Tomaso l'apostolo

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Capitolo 172
Di santo Tomaso l'apostolo
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Lo corpo di santo Tomaso apostolo è nella provincia di Mabar in una picciola terra che non v’à molti uomini, né mercatanti non vi vengono, perché non v’à mercatantia e perché ’l luogo è molto divisato. Ma vèngovi molti cristiani e molti saracini in pellegrinaggio, ché li saracini di quelle contrade ànno grande fede in lui, e dicono ch’elli fue saracino, e dicono ch’è grande profeta, e chiàmallo varria, cio(è) «santo uomo».

Or sapiate che v’à costale maraviglia, che li cristiani che vi vegnono in pellegrinaggio tolgono della terra del luogo ove fue morto san Tomaso e dannone un poco a bere a quelli ch’ànno la febra quartana o terzana: incontanente sono guariti. E quella terra si è rossa.

Ancora vi dirò una maraviglia che venne ne li anni Domini 1288. Uno barone era in quella terra, ch’avea fatto empiere tutte le case della chiesa di riso, sicché veruno pellegrino vi potea albergare. I cristiani che guardavano la chiesa, sí n’avevano grande ira; e non giovava di pregare, tanto che questo barone le facesse isgombrare. Sicché una notte aparve a questo barone santo Tomaso con una forca in mano, e misegliele in bocca e disseli: «Se tosto non fai isgombrare la mia casa, io ti farò morire di mala morte». E con questa forca si gli strinse sí la gola, ch’à colui fue grande pena; e ’l santo corpo si partío. La mattina vegnente il barone fece insgombrare (le case de) la chiesa e disse ciò che gli era intervenuto, e’ cristiani n’ebbero grande allegrezza, e grande reverenza ne rendero a santo Tomaso.

E sapiate ch’egli guarisce tutti i cristiani che sono lebrosi.

Or vi conterò come fu morto, secondo ch’io intesi. Messer santo Tomaso si stava in uno romitoro in uno bosco e dicea sue orazioni, e d’intorno a lui si avea molti paoni, ché in quella contrada n’à piú che in lugo del mondo. E quando san Tomaso orava, e uno idolatore della schiatta dei gavi andava ucellaldo a’ paoni, e saettando a uno paone, sí diede a santo Tomaso per le costi, ché nol vedea; ed issendo cosí fedito, sí orò dolcemente e cosí orando morío. E inanzi che venisse in questo romitoro, molta gente convertío alla fede per l’India.

Or lasciamo di san Tomaso e diròvi delle cose del paese. Sapiate che fanciugli e fanciulle nascono neri, ma non cosí neri com’eglino sono poscia, ché continuamente ogni settimana s’ungono con olio di sosima, acciò che diventino bene neri, ché in quella contrada quello ch’è più nero è più pregiato.

Ancora vi dico che questa gente fanno dipigne(r) tutti i loro idoli neri, e i dimoni bianchi come neve, ché dicono che il loro idio e i loro santi sono neri.

E sí vi dico che tanta è la speranza e la fede ch’egli ànno nel bue, che quando vanno in oste, il cavaliere porta del pelo del bue al freno del cavallo, e ’l pedone ne porta a lo scudo; e tali se ne fanno legare a’ capegli. E questo fanno per campare d’ogni pericolo che puòne incontrare nell’oste. Per questa cagione il pelo de(l) bue v’è molto caro, ché veruno si tiene sicuro se non n’à adosso.

Partiamoci quinci ed andamone in una provincia che si chiamano i bregomanni.