Capitolo 163
Del reame di Samarra

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Capitolo 163
Del reame di Samarra
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Or sapiate che, quando l’uomo si parte di Basma, elli truova lo reame di Samarra, ch’è in questa isola medesima. Ed io Marco Polo vi dimórai 5 mesi per lo mal tempo che mi vi tenea, e ancora la tramontana no si vedea, né le stelle del maestro. È sono idoli salvatichi; e ànno re ricco e grande; anche s’apellano per lo Grande Kane. Noi vi stemmo 5 mesi; noi uscimmo di nave e facemmo in terra castella di legname, e in quelle castelle stavavamo per paura di quella mala gente e de le bestie che mangiano gli uomini. Egli ànno il migliore pesce del mondo, e non ànno grano ma riso; e non ànno vino, se non com’io vi dirò. Egli ànno àlbori che tagliano li rami, gocciolano, e quell’acqua che ne cade è vino; ed empiesine tra dí e notte un grande coppo che sta apiccato al troncone, ed è molto buono. L’àlbore è fatto come piccoli datteri, e ànno quattro rami; e quando lo troncone non gitta piúe di questo vino, elli gittano de l’acqua al piede di questo àlbore e, stando un poco, el troncone gitta; ed àvine del bianco e del vermiglio. Di noci d’India à grande abondanza; elli mangiano tutti carne e buone e reie.
Or lasceremo qui, e conteròvi de Dragroian.