Messaggio ai Marinai Abruzzesi dal cielo di Francavilla al Mare il giorno di San Giovanni 1928/Messaggio
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Ai marinai pescatori dell’Adriatico.
Vengo io stesso, con le mie ali marine, a benedirvi dal cielo.
È questa una prova di fedeltà? è questa una prova d’amore?
Non valgono altre parole, o Compagni.
Vale forse un frutto indubitabile.
Or è trentacinque anni (ma nella data, certo, mi sbaglio, se sono ancor tanto giovine) una delle mie Odi navali celebrava Il battesimo di due paranze.«Benedici le navi sopra il dolce mar funesto,
sopra il bel mar natale;
per le prue rilucenti, dirizzate alla fortuna,
spargi l’acqua lustrale;
consacra nel tuo verbo alla pesca portentosa
la rete virginale!»
Nel mio libro nuovo, di ieri, di oggi, una paranza apparisce nel mio sogno marino.
«Non ero più sul comignolo inviso ma su la chiglia d’una paranza capovolta, nell’Adriatico; e stavo per gettarmi a nuoto senza darmi pensiero del naufragio, avendo avvistato una frotta di delfini miei familiari. . . . . »
Sono io fedele?
Nel gran meriggio la mia fedeltà alata, o Paranze del mio mare, vi benedice dal cielo: dal vero cielo.
🞻 San Giovanni, 1928.
Gabriele d’Annunzio