Mentr'io dormia sotto quell'elce ombrosa
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Benedetto Menzini
VII
Mentr’io dormìa sotto quell’elce ombrosa
Parvemi, disse Alcon, per l’onde chiare
Gir navigando d’onde il Sole appare
Fin dove stanco in grembo al mar si posa,
5E a me, soggiunse Elpin, nella fumosa
Fucina di Vulcan parve d’entrare;
E prender’armi d’artificio rare,
Grand’elmo, e spada ardente, e fulminosa.
Sorrise Uranio, che per entro vede
10Gli altrui pensier col senno, e in questi accenti
Proruppe, ed acquistò credenza e fede:
Siate, o Pastori, a quella cura intenti,
Che ’l giusto Ciel dispensator vi diede,
E sognereste sol greggi ed armenti.