Memorie storiche della città e marchesato di Ceva/Capo VI - Diploma di ottone I a favore di Aleramo.

Capo VI - Diploma di ottone I a favore di Aleramo.

../Capo V - Aleramo in Ferrania. ../Capo VII - Seguita la genealogia d'Aleramo. IncludiIntestazione 26 settembre 2011 100% Storia

Capo V - Aleramo in Ferrania. Capo VII - Seguita la genealogia d'Aleramo.
[p. 36 modifica]

CAPO VI.


Diploma di Ottone I a favore di Aleramo.


Prima di continuare la genealogia d’Aleramo è di tutta importanza che si conosca il celebre diploma d’Ottone Imperatore a favore di questo suo favorito vassallo.

Benvenuto S. Giorgio nella sua Cronica a pag. 12 ne riporta il testo per intiero senza muover il menomo dubbio sulla sua autenticità. Ne diamo qui una letterale traduzione a maggior comodo dei lettori.

IN NOME DELLA SANTA ED INDIVISIBILE TRINITÀ

OTTONE PER DIVINA PROVVIDENZA

IMPERATORE AUGUSTO.


È necessario che l’Eccellenza Imperiale abbassi l’orecchio di sua Serenità alle oneste dimande dei suoi fedeli, affinchè si rendano sempre più pronti e divoti nel loro servizio. Per il che sia noto all’universalità di tutti i fedeli di Santa Chiesa e nostri tanto presenti che futuri, che il marchese Aleramo con intervento e petizione, di Adelaide nostra consorte, e partecipe del nostro Impero, abbia ricorso al colmo della nostra sublimità, umilmente supplicando che in forza di un nostro beato decreto (de beali praecepti nostri pagina) gli siano concesse certe Corti appartenenti al nostro regno, come pure tutte le case e proprietà sue e di sua famiglia dell’uno e dell’altro sesso che [p. 37 modifica]gli provennero per eredità di parenti, o per proprio acquisto gli fossero confirmati, e corroborati dall’autorità d’un nostro decreto.

Alle quali dimande aderendo noi in considerazione della di lui fedeltà, in forza di questo nostro decreto, in quanto giustamente e legalmente possiamo, concediamo, diamo ed assegniamo al predetto marchese Aleramo tutte le corti (cortes) esistenti dal fiume Tanaro al fiume Orba ed al lido del mare i di cui nomi sono i seguenti:

Dego, Bagnasco, Ballangio, Salocedo, Locesi, Salsole, Miolia, Pulchrone, Grualia, Prunetto, Altesino, Cortemiglia, ’Montenesi, Nuceto, Massimino, Arche, e quanto appartenne fin ora al Regno Italico, e tali e quali appartenevano a noi, così che d’or innanzi saranno soggetti al dominio del prefato marchese Aleramo, e passino in suo pien diritto.

Confirmiamo inoltre e corroboriamo al suddetto marchese Aleramo tutti gli effetti e proprietà sue e di sua famiglia dell’uno e dell’altro sesso, pervenutigli per eredità o acquisto, situati in diversi luoghi del regno italico, come sono: nel contado d’Acqui, di Savona, d’Asti, di Monferrato, di Torino, di Vercelli, di Parma, di Cremona e Bergamo, con tutte le loro pertinenze ed adiacenze, come anche quanto può avere, e possedere in diversi luoghi per tutto il regno d’Italia, o che possa acquistare per l’avvenire, in virtù del presente decreto ne abbia la conferma, ritenga, e stabilmente possegga senza alcuna diminuzione, tanto essi che i suoi eredi, con tutte le terre, vigne, campi, prati, pascoli, terre colte ed incolte, divise ed indivise, coi mobili ed immobili delle di lui famiglie d’ambi i sessi con le selve, saliceti, monti, valli, pianure, acque e canali d’acque, molini, pescagioni, caccie, mercati, le gabelle, (toloneis, forse tolonibus omnibus) i pubblici impieghi, e quanto si può dire e nominare di pertinenza di dette proprietà, corti e castella, con podestà di tenerli, venderli, commutarli, alienarli, e legarli per l’anima (pro anima judicandi), e qualunque cosa [p. 38 modifica]credano nell’animo loro di farne, senza contraddizione di chicchessia.

Vogliamo parimenti in forza dell’autorità di questa nostra donazione e conferma, e stabiliamo assolutamente che niuna persona del regno italico presuma di spogliare il predetto Aleramo, o suoi eredi di alcuna delle cose come sovra legate, e che potrà acquistare in avvenire; che se alcuno si opporrà alle sovra stabilite cose tanto verso lui, che verso i suoi eredi, e ne impedirà l’investitura, sia lecito allo stesso Aleramo e suoi eredi, in forza di nostra autorizzazione, e di quanto si è stabilito in questo decreto, di difendersi o per lite o per guerra dichiarata.

Inoltre prendiamo lo stesso marchese Aleramo coi suoi figliuoli ed eredi, tutte le cose sue, mobili ed immobili giustamente e legalmente possedute sotto la nostra protezione e salvaguardia (sub nostri monburditione) in maniera che niun gastaldo, niun procuratore della pubblica podestà, e niuna persona, sia maggiore che minore, presuma d’inquietarlo o molestarlo senza un legale giudizio.

Se qualcheduno adunque si renderà violatore colpevole di questo nostro decreto, e guarentigia (præcepti aut monburdi) sarà condannato al pagamento di cento libbre d’oro ottimo da pagarsi per una metà alla nostra camera, e per l’altra allo stesso Aleramo e suoi eredi.

Il che tutto affinchè sia tenuto per vero, e diligentemente osservato si è sottoscritto di nostro pugno mandandosi munire del sigillo del nostro anello.

Segno del sig. Ottone Imperatore

Dat. X Kalendas Aprilis anno dominicæ incarnationis DCCCCLXVII, Imperii vero Domini Ottonis piissimi Cæsaris VI ind. X. Actum Ravennæ in Dei nomine feliciter. Amen. [p. 39 modifica]Ambrosius Cancellarius ad vicem Uberti episcopi archicancellarii recognovi et scripsi.

Per farsi una giusta idea della generosità d’Ottone sarà bene che si abbia una discreta cognizione del territorio assegnato ad Aleramo tra l’Orba, il Tanaro ed il mare.

L’Orba torrente che scaturisce dall’alto degli Apennini non lungi da Sassello provincia di Savona e vicino al paese che porta anch’esso il nome d’Orba, riceve nel suo rapido corso i rivi Orberina, Manfrei, Acquabianca, Orbicella e Mori. A Mollare s’ingrossa dal rivo Vallanzone, vicino ad Ovada riceve a destra il torrente Stura, e va ad unirsi alla Bormida sotto a Casalcermelli. Il corso di questo fiume è di mille metri.

Il Tanaro sorge negli alti monti al dissopra d’Ormea, denominati Saccarelli, Cicola e Carzina, verso il sud-ovest, passa vicino a questa città, a Garessio, a Ceva, a Cherasco, ad Alba, ad Asti, ad Alessandria, oltre la quale a poca distanza riceve la Bormida già ingrossata dall’Orba, e va a terminare nel Po, vicino a Bassignana. Il suo corso dalla sua sorgente alla foce è di 112 miglia di Piemonte.

Dalla sorgente di questo fiume a quella dell’Orba vi sono in linea retta circa 40 miglia. Se poi si comprende il lido del mare, si può dire che la donazione Ottoniana si estendesse da Oneglia a Cogoleto.

Dimodoché tra l’Orba, il Tanaro ed il lido del mare, si trovano molte città, molte castella, grandi e fertili pianure, colline abbondanti di vini generosi, grassi pascoli ed immense boscaglie. Generosa donazione che rivela l’animo grande dell’imperatore Ottone, e i distinti meriti del marchese Aleramo.