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gli provennero per eredità di parenti, o per proprio acquisto gli fossero confirmati, e corroborati dall’autorità d’un nostro decreto.

Alle quali dimande aderendo noi in considerazione della di lui fedeltà, in forza di questo nostro decreto, in quanto giustamente e legalmente possiamo, concediamo, diamo ed assegniamo al predetto marchese Aleramo tutte le corti (cortes) esistenti dal fiume Tanaro al fiume Orba ed al lido del mare i di cui nomi sono i seguenti:

Dego, Bagnasco, Ballangio, Salocedo, Locesi, Salsole, Miolia, Pulchrone, Grualia, Prunetto, Altesino, Cortemiglia, ’Montenesi, Nuceto, Massimino, Arche, e quanto appartenne fin ora al Regno Italico, e tali e quali appartenevano a noi, così che d’or innanzi saranno soggetti al dominio del prefato marchese Aleramo, e passino in suo pien diritto.

Confirmiamo inoltre e corroboriamo al suddetto marchese Aleramo tutti gli effetti e proprietà sue e di sua famiglia dell’uno e dell’altro sesso, pervenutigli per eredità o acquisto, situati in diversi luoghi del regno italico, come sono: nel contado d’Acqui, di Savona, d’Asti, di Monferrato, di Torino, di Vercelli, di Parma, di Cremona e Bergamo, con tutte le loro pertinenze ed adiacenze, come anche quanto può avere, e possedere in diversi luoghi per tutto il regno d’Italia, o che possa acquistare per l’avvenire, in virtù del presente decreto ne abbia la conferma, ritenga, e stabilmente possegga senza alcuna diminuzione, tanto essi che i suoi eredi, con tutte le terre, vigne, campi, prati, pascoli, terre colte ed incolte, divise ed indivise, coi mobili ed immobili delle di lui famiglie d’ambi i sessi con le selve, saliceti, monti, valli, pianure, acque e canali d’acque, molini, pescagioni, caccie, mercati, le gabelle, (toloneis, forse tolonibus omnibus) i pubblici impieghi, e quanto si può dire e nominare di pertinenza di dette proprietà, corti e castella, con podestà di tenerli, venderli, commutarli, alienarli, e legarli per l’anima (pro anima judicandi), e qualunque cosa