Meditazioni sulla economia politica con annotazioni/XXVI

Come si animi l'industria avvicinando l'uomo all'uomo

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Come si animi l'industria avvicinando l'uomo all'uomo
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§. XXVI.

Come si animi l’industria avvicinando l’uomo all’uomo.


P
Er animare gli Stati soverchiamente vasti, e mancanti di popolo bisognerebbe poterli concentrare unicamente, quanto basta per lasciar tra gli uomini lo spazio di terra capace di nutrirgli, e riponendo un deserto tra essi e i confinanti comunicare cogli altri popoli le sole vie dei mari e dei fiumi. In tal guisa nella nazione s’introdurrebbe il fermento e l’attività, si accelererebbe la moltiplicazione della riproduzione annua e del popolo, s’accrescerebbe l’esportazione, si acquisterebbe nuova copia di merce universale in premio dell’industria, e a proporzione sempre accelerandosi la circolazione, e la riproduzione annua si vedrebbe la nazione gradatamente estendersi sulla pianura che aveva da principio lasciata deserta, sin tanto che gli uomini giugnessero al contatto coi [p. 166 modifica]finitimi, e vi giugnessero nello stato di forza, d’industria somma, e di somma coltura.

Giovi il ripeterlo: quanto l’uomo è più isolato e distante dagli altri suoi simili, tanto più s’accosta allo stato di selvaggio; all’opposto tanto più s’accosta allo stato dell’industria e della coltura, quanto è più vicino a un gran numero d’uomini; e deve farsi ogni studio possibile per accostare l’uomo all’uomo, il villaggio al villaggio, la città alla città. Su questo proposito accade di osservare, che più mezzi ha un governo per cagionare questo accostamento, e può farlo in effetto senza che gli uomini cambino d’ubicazione. Dovunque sieno tributi frapposti sul trasporto interno dello Stato, se il legislatore gli tolga, avrà effettivamente accostate le città, framezzo alle quali cadeva il tributo; ma di questa materia parleremo più oltre. Dovunque sieno strade difficili al trasporto, o pericolose per la sicurezza, se un buon governo le spiani, e le renda agevoli e sicure, avrà accostate fra di loro tutte le terre e città che comunicano per quelle strade; essendo che le spese, e il tempo del trasporto da [p. 167 modifica]luogo a luogo sono tanto maggiori, quanto è maggiore la distanza, ovvero quanto è più scoscesa, difficile, e pericolosa la strada che devesi fare, e così viceversa. Tanto minor differenza di prezzo basta a cagionar il trasporto da luogo a luogo, quanto minore è la spesa, e il tempo della condotta. Le strade adunque ben fatte debbono moltiplicare la circolazione interna dei contratti, e per le ragioni già dette accrescere l’annua riproduzione.

Conviene però in questa classe di opere pubbliche guardarsi dal lusso, e limitarsi alla sola utilità; poichè le strade soverchiamente larghe, e fatte più a pompa che per uso, sono tante strisce di sterilità d’una nazione; ed è da osservarsi, che il lusso sicuramente più dannoso d’ogni altro si è quello, che impedisce una utile vegetazione sulle terre, e così i vasti giardini, le selve destinate unicamente alla pompa della caccia, gli sterminati viali, e simili abusi della proprietà sono un genere di lusso, che non ammette compenso, perchè il lusso di consumazione eccita una proporzionata annua riproduzione; ma questo lusso infecondo è una diretta esclusione alla riproduzione annua.