Meditazioni sulla economia politica con annotazioni/XI

Alcune sorgenti di errori nell'Economia Politica

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X XII
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§. XI.

Alcune sorgenti di errori nell’Economia politica.


L
’Altro principio, di cui di sopra si è parlato, si è diminuire il numero de’ consumatori, ed è questo il secondo mezzo per avere i prezzi interni a un più basso livello. Se nel primo principio si può francamente progredire togliendo gl’inciampi, e lasciando vegetare spontaneamente l’attività degli uomini, in questo per lo contrario conviene adoperare somma cautela, e timidamente stendervi la mano più con tentativi per osservarne l’effetto, che con colpi maestri, e arditi.

In alcuni Stati si volle secondare questo [p. 75 modifica]principio, promulgando leggi sontuarie, le quali per lo meno sono pericolose agli Stati, e il più delle volte funeste. Esse diminuiscono il numero de’ compratori, ma fanno scemare anche in maggiore ragione il numero de’ venditori. Esse possono convenire ai paesi, che ricavano la loro sufficienza da un precario Commercio di Economia, e a quei popoli, presso de’ quali la riproduzione annua essendo tenuissima per vivere, sono costretti ad essere gli agenti, e i commissionieri degli Stati riproduttori. Possono a quei convenire, perchè la maggior parte de’ loro venditori trae il suo utile dai compratori esteri, e poco perde togliendole i consumatori nazionali; ma dove nella nazione si crei ogni anno un nuovo valore che corrisponda alla total consumazione, quanto diminuirassi la consumazione interna, tanto si vedrà diminuire l’annua riproduzione, ammeno che non si sostituisca una maggior consumazione d’un prodotto interno, il che sarà sempre l’opera del costume, a cui debbono rivolgersi le leggi, e della opinione, che convien cercare di far nascere, senza che l’oracolo del legislatore l’intimi direttamente.

Ogni operazione, che tende [p. 76 modifica]direttamente a diminuire il numero de’ compratori, produce una diminuzione di prezzo efimera, di cui gli effetti ricadono per lo più in danno della società; essendo che la diminuzione de’ compratori porta seco ben presto la diminuzione de’ venditori, e così in vece di accrescere il moto interno della società, si ripone una parte di essa segregata, ed in quiete, e altrettanto si diminuisce dell’annua riproduzione. Io non citerò esempj; il lettore gli troverà da se; e tanto mi fido della costanza di questi principj, che mi lusingo ch’ei difficilmente troverà un caso, in cui una legge diretta a scemare il numero de’ compratori interni abbia stabilmente portata l’abbondanza in un paese,

Due principj vi sono, come abbiam veduto, dai quali dipende l’abbondanza interna d’uno Stato, da cui il trasporto dell’eccedente riproduzione agli esteri, da cui l’accrescimento dell’annua riproduzione, da cui la ricchezza e la popolazione, la coltura, e la forza nazionale dipendono: accrescere i venditori, diminuire i compratori: il primo di questi principj è sempre innocuo, ed è facilissimo ad usarsi; l’altro è sommamente pericoloso, e porta [p. 77 modifica]effetti di breve durata, in seguito ai quali si ricade in uno stato peggiore. Donde è avvenuto adunque che nella maggior parte de’ paesi gli uomini d’affari propendessero sempre a trascegliere il secondo principio a preferenza del primo? Perchè gettarsi per la strada più spinosa e difficile, quando v’è la spaziosa e sicura in faccia? Io credo che ciò sia accaduto, perchè il primo principio ha contro di se la pratica, gli usi venerati di secoli, le leggi, e la pubblica opinione, e vi vuole un coraggio non volgare per affrontarle, e vi si richiede una contenzione superiore di mente per assicurar se medesimo di non errare solo contro il torrente delle autorità opposte; laddove seguendo il secondo principio non si è mai in pericolo di vedersi rimproverare dell’esito cattivo, anzi si è sicuro di aver gli encomj che si danno alla prudenza, la quale per lo più in politica è un sinonimo d’imitazione. Forse troveremo ne’ secreti penetrali del cuore umano un’altra universale cagione di questa scelta, ed è che le leggi vincolanti, e le prescrittive sono un grado di autorità; che il comune amor proprio è sempre più lusingato, quando s’immagina d’imprimere un [p. 78 modifica]moto e di creare una azione in una massa d’uomini, che non quando si limita unicamente a invigilare sul moto spontaneo, a spianarvi le strade, e a rimovere gli ostacoli. Sembra più breve e lusinghiera la strada di proibire immediatamente l’effetto, e più laboriosa è certamente quella di modificare le rimote cagioni; la naturale inerzia fa piegar l’uomo agli esempj, e lo allontana dalla contenzione dell’esame. Tali sono le cagioni, le quali o separatamente, o riunite hanno fatto sì, che generalmente le leggi, e le costituzioni della società siansi rivolte piuttosto a frenare il numero de’ compratori, anzi che sciogliere e illimitare quello de’ venditori.


Annotazioni.

E illimitare quello de’ venditori. Quì l’Autore sembra entrare nella vera strada, da cui era sembrato allontanarsi nei §§. 4. 5. Conviene che la diminuzione dei Compratori produca la diminuzione dei Venditori. Dunque non può essere un principio di Economia ciò che sarebbe un distruttivo del soggetto di quella. Dunque accrescere i Venditori, e diminuire i Compratori, o Consumatori non saranno due principj combinabili tra di loro, se si distruggono reciprocamente. Lungi di diminuire giammai i [p. 79 modifica]Compratori bisogna lasciarli crescere indistintamente, e nei principj di libertà indeffinita, che sono quelli dell’Autore, e nei principj di una libertà disciplinata, che sembra l’unica effettiva libertà, di cui sia suscettibile il genere umano. Se le azioni morali sono, secondo la voce comune dei Filosofi, che in ciò convengono come in un gran numero di cose cogl’ignoranti, necessariamente limitabili dalle Leggi, che sottraggono necessariamente una porzione di libertà, o per dir meglio di potenza d’agire agli uomini, per conservare, anzi per realizzarne il restante; io non veggo perchè ciò non debba verificarsi anche nelle azioni economiche; ma anzi queste lasciarsi in preda all’anarchia, ed alla fortuita combinazione delle circostanze. Non sono sì le une, come le altre originate dall’Interesse che dirige le azioni degli uomini. Ma torno a ripeterlo, queste sono riflessioni troppo generali, intorno alle quali si può disputare indefinitamente, appunto perchè tali essendo contengono una troppo volubile varietà di aspetti. Per accertare queste teorie è necessario realizzarle, e per così dire suddividerle nelle reali, e date circostanze, nelle quali si trovano verificabili.