Meditazioni sulla economia politica/XIV
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Il denaro dunque essendo abbondante e univerfalmente diffuso in uno Stato arricchito per il fermento dell’industria, ne accaderà che molti cercheranno o di accomodarlo, ovvero di convertirlo in un fondo stabilmente fruttifero; poichè la custodia del denaro è sempre un peso che pochissimi soffrono tranquillamente per il timore di perderlo; e in un paese industrioso sentendosi tutto il pregio del denaro, e tutta la utilità di renderlo fruttifero, non si soffrirà di lasciare per dappocaggine ozioso quel fondo come si fa ne’ paesi più torpidi e che hanno troppa sproporzione nella divisione delle fortune. Si bonificherà adunque l’agricoltura, si accresceranno le manifatture, le offerte del denaro si moltiplicheranno, e le ricerche diminuiranno a misura che un paese più ne avrà in circolazione. L’interesse dunque del denaro ivi si ribasserà; poichè l’interesse è sempre in ragion diretta delle ricerche, e inversa delle offerte, essendo le ricerche al denaro quello che i compratori alle altre merci come le offerte quello che i venditori, e l’interesse essendo quello che nelle merci è il prezzo. L’abbondanza adunque universale del denaro porta con se per necessaria conseguenza il ribasso degl’interessi, e i molti possessori del denaro non trovando più la stessa rendita col darlo a mutuo si rivolgeranno a fare acquisto di fondi stabili, ovvero lo impiegheranno nelle manifatture. Prima conseguenza adunque che nasce dal ribassarsi gl’interessi del denaro si è di veder accresciuto il prezzo de’ fondi di terra, e di veder data una nuova spinta alle manifatture. Dico cresciuto il prezzo dei fondi di terra, perchè saranno accresciuti i compratori, e non sarà accresciuto il numero de’ venditori. La spinta data alle manifatture tenderà ad accrescere il numero de’ venditori, e a favorire così l’abbondanza pubblica.
Sembra che il maggior prezzo a cui si comperano le terre dovrebbe far accrescere il prezzo de’ prodotti delle terre medesime, perchè il prodotto di esse è il frutto del capitale impiegato nell’acquisto. Ma comunemente si vedrà accadere all’opposto, cioè che diminuendosi gl’interessi del denaro s’accrescerà bensì il prezzo delle terre, ma non s’accrescerà il prezzo delle derrate, perchè il prezzo delle terre accresciuto non fa diminuire i venditori, nè accrescere i compratori delle derrate medesime, anzi accrescendosi il numero de’ compratori delle terre, esse verranno divise sopra un maggior numero di proprietarj, ed ecco accresciuto il numero de’ venditori delle derrate. Il frutto del denaro sono gl’interessi, il frutto delle terre sono le derrate, ribassandosi un frutto l’altro debbe livellarvisi, poichè tanti concorreranno all’impiego dei due più utile, finchè sieno di utilità uguale. Possono adunque valere di più le terre, e non accrescersi perciò il prezzo delle derrate.
Seconda conseguenza di aver abbassati gl’interessi del denaro si è la bonificazione che fassi alle terre della nazione, stendendosi la coltura sopra delle pianure che prima erano trascurate, accrescendosi le piantazioni utili, ricevendone nuova vita tutte le arti, colle quali s’ottiene dal suolo la maggiore annua riproduzione, al che conduce il non trovare nei mutui l’interesse più alto; ed ecco come l’abbondanza medesima della merce universale, posta che sia in circolazione, e scarsamente, ricompensata negli oziosi depositi dei banchi, produca un effetto opposto a quello che a primo aspetto sembra dover produrre, cioè, in vece di alzare i prezzi delle cose, tende a ribassarli, e a condurre all’abbondanza pubblica, e alla massima riproduzione annua. Tali sono gli effetti ch’ella produce quando sia entrata in una nazione in conseguenza dell’industria universale.
La terza conseguenza che nasce dai piccoli interessi del denaro si è la facilità di fare delle più grandi intraprese sia nel Commercio, sia nella agricoltura, essendo che con maggiore facilità ritroverassi o dal terriere, o dal manofattore il denaro ad imprestito per azioni più ardite, per modo che dall’utile di esse comodamente potrà scontare l’annuo frutto corrispondente al debito, donde ne deriva sempre maggiore aumento, e sfogo all’eccedente annua riproduzione. Paludi asciugate, e ridotte ad essere campagne ridenti; fiumi contenuti negli alvei; torrenti inviati per mezzi innocui all’agricoltura; canali navigabili scavati per accrescere la facilità de’ trasporti; audaci navigazioni, e tentativi d’ogni sorta si vedranno in quelle nazioni, fralle quali è abbondante il denaro circolante; e ne sono piccoli gl’interessi. In questo Stato, in cui cresce la merce, universale per industria, e attività generalmente sparsa, debbe proporzionatamente crescervi l’interna circolazione, ossia moltiplicarsi il numero degl’interni contratti. Ivi crescono, come già dissi, bisogni; la sfera di essi proporzionatamente si estende dal necessario fisico ai comodi, indi ai piaceri; il pregio della merce universale ivi non si diminuisce quantunque ne sia accresciuta la quantità, poichè del pari son cresciuti i bisogni ai quali debbe supplire. Giovi ripeterlo: il prezzo delle merci particolari cresce quando i venditori ai compratori acquistino una maggior proporzione: il prezzo della merce universale cresce per lo contrario quando i compratori acquistino una maggior proporzione ai venditori.
Si è veduto disopra come per procurare l’abbondanza pubblica; e la maggiore annua riproduzione conviene dei due partiti che vi sono accrescere i venditori e scemare i compratori, scegliere il primo, e dimenticare il secondo; e tale esser la teoria per bene e costantemente dar norma alle merci particolari. Ma nella merce universale bisogna fare precisamente il contrario, e le leggi vi porteranno un ordine salutare, piombando su chi deve ricevere il denaro, piuttosto che su chi deve darlo ad imprestito. Non pretendo io con ciò di dire che convenga giammai di fare alcuna legge vincolante o tassativa, per cui l’interesse del denaro venga fissato ad un livello. Quest’interesse, come si è detto, è in ragione diretta de’ ricercanti, e inversa degli offerenti, siccome il prezzo lo è del numero de’ compratori diviso per questo de’ venditori. Sì l’uno che l’altro sono un effetto fisico, il quale non può mai esser discorde, nè sproporzionato alle cagioni che lo producono. Per le ragioni adunque dette disopra, per le quali non possono innocuamente i magistrati comandare il prezzo delle merci particolari, nemmeno potrebbero comandare il limite dell’interesse del denaro senza esporre la legge ad essere delusa, come sempre lo sarà qualunque legge che abbia luttuanti contro di se gl’nteressi di molta parte di Cittadini, l’azione de’ quali benchè minima, presa ne’ suoi elementi, produce però sempre sicuramente l’effetto quando molti e molti piccoli elementi conspirano a un dato fine. Essendo che, per poco che c’interniamo nell’esame, si scuopre questa verità, che la costanza e solidità d’ogni civile instituto presso di ogni nazione sempre in fatti si decide dalla pluralità dei suffragj, qualunque sia la costituzione sotto di cui vive; con questa sola diversità che nella Democrazia sono palesi, e negli altri governi sono più lenti, taciti, e occulti, ma non perciò sono meno attivi in effetto per decidere di ogni stabile sistema.