De' Privilegj esclusivi

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Un’altra conseguenza emana da questi principj, ed è che tutte le privative, e tutt’i privilegj esclusivi, sono diametralmente contrarj al bene d’uno Stato. Pare veramente a primo aspetto, che un introduttore d’una nuova arte possa meritare questo favore di vedere interdetto ad ogni altro l’entrare in concorrenza con lui, e dividerne l’utilità. Questo principio d’equità prevalse, e tuttavia prevale in molti Stati senza eccettuarne anche alcuni de’ più avveduti e sapienti; ma difficilmente mi si troverà una coltura, una fabbrica, un artifizio che siasi costantemente sostenuto, ed abbia ridotto il suo oggetto a perfezione ottenuto ch’ebbe il privilegio esclusivo. Tolta all’artefice l’emulazione, assicurato ch’egli sia d’essere il solo venditore, gli manca lo stimolo per far bene; e come alcune famiglie per essere state troppo facoltose spensieratamente vanno in rovina; così il monipolista facilmente si conduce a deperire. O l’introduttore della nuova arte la possiede a un grado da non temere che alcun Cittadino lo sorpassi, ovvero non è giunto a questo segno; nel primo caso il privilegio esclusivo gli è quasi inutile, poichè l’artefice porta già seco il migliore di tutt’i privilegi, l’eccellenza; nel secondo caso poi sarebbe ingiustizia l’interdire l’esercizio dell’industria in quella parte ad ogni Cittadino in favore d’un mediocre manofattore, il quale altronde può essere con eguale attrattiva, e col mezzo più innocuo d’una gratificazione invitato a piantare la nuova introduzione. Così lasciasi; aperta sempre la strada, sicchè in ogni genere possa apparire il maggior numero de’ venditori che si può.

Da ciò ne viene pure in conseguenza che certe manifatture, e fabbriche prepotenti, e che più signorilmente colpiscono, e stimolano l’attenzione del forestiere, sono per lo più o di pochissima utilità ad uno Stato, o di danno talora. Una fabbrica che ci presenti gran pompa, porta seco il monipolio naturalmente, perchè non vi sarà chi ardisca entrare in concorrenza con lei. Cento telaj distribuiti sopra dieci fabbricatori, saranno più utili di quello che forse non lo sieno dugento dipendenti da un fabbricatore solo, perchè i venditori si moltiplicano, la gara fa che si perfezionino, e riducasi il prezzo al grado più utile per la nazione, e il guadagno distribuito su più fabbricatori stimola sempre l’industria di ciascuno.

Dico dunque che il numero de’ venditori in ogni classe possibile bisogna lasciarlo moltiplicare naturalmente senza porvi alcun limite, acciocchè s’ottenga in ogni classe il minor prezzo possibile, il quale solo può accrescere l’annua riproduzione procurando lo sfogo della porzione eccedente, e questa teoria deve estendersi, come dissi, ad ogni classe possibile di venditori anche di quelle derrate che servono al puro interno consumo giornaliero; perché il prezzo d’ogni mercanzia, e d’ogni derrata deve necessariamente comprendere il prezzo di quanto ha consumato l’agricoltore, o il manofattore; conseguentemente l’abbondanza di ogni più minuto genere contribuisce come elemento nell’abbondanza di ogni merce, a misura che ne è più popolare la consumazione.