Manuale dell'ornatista/Prefazione
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Per fortuna l’editore di questa Raccolta ama l’arte e amando l’arte vuol un po’ di bene a chi la fa, quindi anche a chi adoprerà i seguenti modelli; e poichè nulla è difficile per chi ama, Nihil difficile amanti (la sentenza è di Cicerone), la Raccolta potè comporsi nella guisa che ognun vede. Nella Raccolta vi è del noto e dell’ignoto, vale a dire dell’inedito. È inutile distinguere uno dall’altro; chi deve servirsene sappia che l’inedito sorpassa grandemente l’edito ed è stata fonte dell’inedito sopratutto la Libreria Antiquaria Hoepli.
Il raccoglitore ha sfogliato molti libri per mettere insieme le sue tavole, perchè il materiale che contengono è molto; molto più di quello che sembra, non essendovi pezzo il quale non sia stato ridotto d’un terzo e magari della metà. E scegliendo si propose — direbbe un Dantista — di imitare la «donna soletta» vista dal Poeta sulle sponde del Lete, Matelda, la quale andava
. . . . . iscegliendo fior da fiore.
Può darsi che qualche fiore non abbia la bellezza, la freschezza e il profumo di tanti altri che hanno tutti questi pregi; ma se il male e il bene è nella vita, non si sa perchè non debba trovarsi nel «Manuale dell’Ornatista». E se del male ce n’è (speriamo di no) chi se ne serve non ha che a «scoscendere» il loglio dalla spica come il Marchese Colombi; e il raccoglitore sopporterà con pazienza le conseguenze della sua asinaggine.
La Raccolta non contiene de’ particolari soltanto, ha anche dei modelli d’insiemi, che servono a indicare il modo di comporre delle pagine intiere nello stile del Medioevo e del Rinascimento.
Non di rado si vedono delle composizioni litografiche (liste per pranzi, partecipazioni di nozze ecc.) composte di lettere capitali d’un genere, e di lettere basse d’un altro; e questa disarmonia la quale urta chi è sensibile al linguaggio degli stili, deve evitarsi.
I modelli d’insiemi che si trovano nella Raccolta gioveranno per questo e gioveranno altresì per la distribuzione delle lettere e per altri motivi d’effetto decorativo.
Qui, badisi, non è questione d’intransigenza stilistica. Il raccoglitore ha ammirazione per le belle cose che hanno prodotto gli artisti antichi, — difatti le propone per modello; essendo persuaso che l’ammirazione dell’antico non esclude la riverenza verso quegli artisti moderni che tentano di seguire Michelangelo, il quale si vantava di battere le vie
. . . . . non calpestate e sole;
ma è persuaso ancora, che se un ornatista intende di seguire uno stile, ha il dovere di seguirlo bene, con sapienza e coscienza da erudito, se no chi giudica ha il diritto di dire all’ornatista:
E chi lavora a caso è cieco e non è artista. Perchè l’artista deve riflettere su quello che fa; tanto più quando vuole impersonarsi lo spirito d’un’età che non è la sua. Dunque è sperabile che questa Raccolta, la quale inizia una serie di modelli d’arte decorativa, abbia fortuna.
Salve!