Magna medela a grave perigliosa
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RINTRONICO
Consiglia a soffrire le avversità con rassegnazione,
sperando d’averne un giorno lenimento.
agna medela a grave e perigliosa
del tutto infermità so che convene,
che parva parvo so dà curamento;
e chi infirma greve e ponderosa
5a possibile far cherenza dene,
e non cui falla punto potimento;
che non ha valimento
picei ula cura gran piaga sanare,
né poi pot’om’trovare
IO guerenza in quello dal quale divia.
Stolti, è grave via
poter sanare u’ tutta è violenza,
e non queta Tom* mai sua essenza.
Per che mia voglia sre’ desiderosa
15che d’altra parte aver conforto e spene
desiderato avessi e stettamento;
perché di lui m’è via onne stremosa
referendol del tutto, e aspra ène,
unde, parlando, dir quasi pavento:
20che dare spiramento
è dificile me, e mitigare,
però che se penare
mettesse ’n ciò, sre’ vano al tutto pria,
appresso poi seria
25la fine ad onta, diviso, aderenza,
unde aliena sre’ me’ provedenza.
Però l’omo en cui è poderosa
aversitade, dea potenze e lene
metter: creando vigore sia’ntento;
30né de’ sua voglia esser nighettosa,
né di vilezza le suoie opre piene,
né ira fare in lui occupamento;
ma levar, sanamento
se de’ isperando da colui che pare,
35siccome vero pare,
no ha, ni ebbe, ni mai aver dia,
il qual sempre desia
prosperità a om’dare e valenza
e vòle e pò per sua magna eccellenza.
40Prova vera vertù vertudiosa
colui ch’aversità fermo destene,
per sua valenza a farne occultamento,
e ’n tal mainerà de’ lui graziosa
esser, dico, se vero ei cerne bene;
45che, come purga metallo elemento,
cosi ho credimento
che sia d’aversità ’l propio purgare,
vincere e conculcare
di ciascun vizii che parato stia
50voler, che noi’ seria
fòr d’altro frutto: e ciò è pacienza
che dà vertù in cui fa su’ aderenza.
Tant’è magna di Dio e valorosa
la potenza, che cose onne sosténe,
55ch’a’ monti pò legger dar mutamento,
e chiara cosa far eh ’è tenebrosa
e diletto tornar, tormento s’éne,
e qual più vivo par dar finimento.
Dunque dischiaramento
60e libertà pòn servo seguitare,
e ciò hae sperare,
che disse santo di filosofia,
in cui non fu falsia:
«S’avesse om’fede, u vera intelligenza,
65fare’ mover li monti a sua indigenza».
Donqu’è provedimento
per fede e spera voler seguitare
e retto in lui sperare
aver ch’è quello che cotidio cria
70remedi, e quai pensria
animo mai, si pog’ha percepenza,
ma ei bensí in cui somm’è prudenza.