Madonna, dir vi volglio

Giacomo da Lentini

Alessandro D'Ancona/Domenico Comparetti Indice:Le antiche rime volgari I.djvu Duecento Madonna, dir vi volglio Intestazione 9 agosto 2022 75% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Canzoniere Vaticano latino 3793


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I.

NOTARO GIACOMO

[Pubblicata nella Raccolta dei Giunti, pag. 109, non che nella ristampa dell’Occhi, p. 304, e riprodotta in quella del Valeriani, I, 249, e nel Nannucci, Manuale, I, 107. Dante (Volg. Eloq. I, 12) parlando di coloro che «polite loquuti sunt, vocabula curialiora in suis cantionibus compilantes» riferisce il primo verso di questa poesia, senza però nominarne l’autore].


Madonna, dir vi volglio
     Come l’amor m’à priso1:
     Inver lo grande orgoglio,
     Che voi, bella, mostrate, e’ non m’aita.
     Ai! lasso, lo me’ core

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     Ch’è ’n tanta pena miso,
     Che vede che si more2
     Per ben amare, e’ tenolosi in vita!3
     Dunque morire’ eo?4
     Non, ma lo core meo
     More spesso e più forte,
     Che non faria di morte — naturale.
     Per voi, donna, cui ama,
     Più che se stesso brama:
     E voi pur lo sdengnate;
     16Amor, vostra ’mistate5 — vide male.
Lo meo ’namoramento
     Nom pò parire in detto:6
     Così, com’io lo sento,
     Core noi penzerìa, nè dirìa lingua;
     Zò ch’eo dico, è neente
     Inver ch’io son distretto.7
     Tanto coralemente
     Foc’aio [che] no’ credo che mai stingua:8

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     Anzi, si pur aluma.9
     Perchè no’ mi consuma?
     La salamandra audivi,
     Ca ne lo foco vivi — stando sana;
     Così fo per long’uso,
     Vivo in foco amoruso,
     E non saccio che dica:
     32Ch’el mi’ lavoro spica, — e poi non grana.10
Madonna, sì m’avene,
     Ch’i’ nom posso invenire
     Com’io diciesse bene
     La propia cosa ch’io sento d’Amore,
     Si com’omo inprodito.11
     Lo cor mi fa sentire,
     Che giamai non è chito,
     Fintanto che non vene al suo sentore.
     Lo nom poter mi turba,
     Com’om che pingie e sturba,
     E pura li dispiacie12
     Lo pingiere che facie, — e sè riprende.

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     Che non è per natura13
     La propïa pintura;
     E non è da blasmare
     48C’omo che cade [’n] mare, — se s’oprende.14
Lo vostro amor, che m’ave
     In mare tempestoso,15
     Così, como la nave,
     C’a la fortuna gitta ongni pesanti,16
     E campàne per gietto
     Di loco perilglioso:
     Similemente eo gietto
     A voi, bella, li mie’ sospiri e pianti:
     E s’eo nol gli gitasse
     Parìa che s’ofondasse:
     E bene s’ofondàra
     Lo cor, tanto gravàra17 — in su’ disio.
     Tanto si frangie a terra
     Tempesta, che s’aterra.
     [Ed] io così mi frango;18
     64Quando sospiro e piango, — posar crio.
Assai mi son mostrato

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     A voi, donna spietata,
     Com’io so’ inamorato;
     Ma creio ch’i’ dispiacieria a voi pinto.19
     Poi c’a me solo, lasso!
     Cotal ventura è data,
     Perchè non mene lasso?20
     Non posso: di tal guisa amar m’à vinto.21
     A Deo! c’ora venisse22
     Alo me’ cor ch’uscisse
     Com’encarnato tutto,
     E no’ diciesse mutto — a voi, sdengnosa:
     Ch’Amore a tal [m’] adusse,23
     Cà se vipra ivi fusse24
     Natura perderìa:
     80A tal lo vederla, — fora pietosa.25


[p. 1 modifica]vers. 1 dire - 2 amore... preso - 3 orgaglio. [p. 2 modifica] 6 ch en — 9 Adunque — 11 fortte 12 mortte — 13 chui — 15 sdengane — 22 ne sono. [p. 3 modifica]30 amoroso - 41 potere - 42 omo. [p. 4 modifica]48 Como... soprende – 49 amore – 52 pesante. Il c. B.: pesanti – 53 camppane – 54 dil loco – 60 core – 62 atera – 64 creio – 65 sono. [p. 5 modifica]67 sono — 70 cotale — 72 tale... amare — 74 core — 75 tuto — 76 motto... sdengasa. Il c. B.: sdegnasa — 78 fosse — 80 A tal o v.


Note

  1. vers. 2 Correggiamo priso per necessità di rima: e così hanno le stampe anteriori.
  2. 6 La Giunt.: In tante pene è miso Che vive quando more. Il Val.: Che ’n tanta pena ha miso Che vive quando more.
  3. 8 La Giunt.: e teneselo aita
  4. 9 La Giunt.: Hor dunqua moro eo? Il Val. e il Nann.: Dunque morira’ eo?
  5. 16 La Giunt.: Dunqua vostra amistate.
  6. 17-18 La Giunt. e il Nann.: Del mio ’namoramento Alcuna cosa ho detto. Il Val., come il nostro Cod., salvo la mutazione di parire in parere.
  7. 22 La Giunt.: eo son costretto.
  8. 24 La Giunt. seguita dal Nann.: Fuoco aggio che non credo mai s’estingua.
  9. 25 La Giunt.: Innanti pur s’alluma. Val. e Nann.: Anzi, se pur alluma.
  10. 32 La Giunt.: Lo meo lauro spica e non mi grana. Nann.: lavoro. Val.: Chè il mio lavoro spica, e poi non grana.
  11. 37 La Giunt. seguita dal Nann.: E’ parmi uno spirito Ch’al cor mi fa sentire E già mai non son cinto S’eo non posso trar lo suo sentore. Il Val.: Sì com’ nomo impedito. E’ parmi uno spirito (verso soverchio nella strofa), e poi segue come noi, salvo non ho cìnto invece di è.
  12. 43 La Giunt.: Però che gli dispiace. Val.: E pure.
  13. 45 La Giunt.: fa per natura.
  14. 48 La Giunt.: Homo che cade in mare ove s’apprende. Val.: a che s’apprende.
  15. 50 La Giunt. e Nann.: M’è mare tempestoso.
  16. 51-52 La Giunt. e Nann.: Ed eo sì com’ la nave Che gitta ec. Il Val. come il nostro Cod.
  17. 59-60 La Giunt.: affondarà e graverà
  18. 63 La Giunt.: Ond’eo così rifrango.
  19. 68 La Giunt.: Ma credo che dispiacerei voi pinto.
  20. 71 La Giunt. e Nann.: minde.
  21. 72 La Giunt. e gli altri: Amor.
  22. 73 La Giunt.: Ben vorria ch’avvenisse Che lo meo core escisse.
  23. 77 Aggiungo l’m seguendo le stampe anter.
  24. 78 La Giunt.: se vipera fosse che l’Occhi e il Nann. correggono in fusse.
  25. 80 La Giunt., il Nann. e il Val. concordemente: Ella mi vederia, fora pietosa.