Lustrissimi: co' questo mormoriale

Giuseppe Gioachino Belli

XIX secolo Indice:Sonetti romaneschi I.djvu sonetti letteratura Lustrissimi: co' questo mormoriale Intestazione 13 gennaio 2024 100% Da definire

Sonetti dal 1818 al 1829 A Pippo de R...
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1818 al 1829


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     Lustrissimi: co’ questo mormoriale[2]
V’addimando benigna perdonanza,[3]
Se ’gni fiasco de vino igni pietanza
4Non fussi stata robba pella quale.

     Sibbè che pe’ nun èssece[4] abbonnanza
Come ce n’è più mejjo er carnovale,
O de pajja o de fieno[5], o bene o male,
8Tanto c’è stato da riempì la panza.

     Ma già ve sento a dì: “Fior d’ogni pianta,
Pe’ la salita annàmo e pe’ la scénta,[6]
11Famo li sordi, e ’r berzitello[7] canta.„[8]

     Mo sentiteme a mé: “Fiore de menta,
De pacenza co’ voi ce ne vò tanta,
14E buggiarà pe’ bbio chi ve contenta.„[8]

Note

  1. Per un pranzo di società al quale presiedè G. G. Belli, ed intervennero i letterati Perticari Giulio, Biondi Luigi, Tambroni Giuseppe, Borghesi Bartolomeo, Perticari Monti Teresa [Costanza voleva dire], De Romanis Filippo, etc. etc. [L’unica volta che il Perticari si trovò a Roma con la moglie Costanza, la qual è data come presente al pranzo, fu tra il novembre 1818 e i primi mesi del 1820, quando cioè,insieme col Biondi, col Tambroni, col Borghesi e con altri, egli fondò il Giornale Arcadico. Il sonetto dunque fu di certo scritto in quel tempo.]
  2. [Memoriale.]
  3. [Questa benigna perdonanza, come il Se e il Non che seguono, non è niente affatto romanesco; e rileggendolo più tardi il Belli doveva di certo sentirsi rizzare i capelli.]
  4. [Per non esserci, non essendoci.]
  5. [O de pajja o de fieno, basta er corpo sii pieno. Proverbio.]
  6. [Scesa.]
  7. [Il bel-zitello: il bellimbusto.]
  8. 8,0 8,1 [Credo che questi due stornelli siano realmente popolari.]