Lo schiavetto/Atto terzo/Scena III
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Giovan Battista Andreini - Lo schiavetto (1612)
Atto terzo - Scena III
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Grillo, Cicala, corte, Alberto, Prudenza
- Grillo.
- Signore Alberto? signora Prudenza? Slargatevi, ché ’l signore vuole pigliare un poco d’aria. Cicala, fa’ porre qui la seggiola.
- Cicala.
- Ecco qua la carriega del signore. È spazata e lucente?
- Grillo.
- Oh? Così sta bene. Sù, che si vada a tôrne un’altra per la signora.
- Prudenza.
- E che, non occorre, bel paggetto.
- Alberto.
- Lascia che faccino tutto quello che vogliono, così debbe esser espresso volere del loro principe.
- Grillo.
- Il signor Alberto l’intende; so ben io quello che n’ha imposto il signore sotto pena di sferzate e della disgrazia sua. Càppari, signor Alberto, è bella questa vostra figliola.
- Alberto.
- Ti piace?
- Grillo.
- Se mi piace? Sono un furfante, se Grillo non si contentasse cantando di morirle su ’l buco.
- Prudenza.
- Oh? Signor padre, sentite, sentite, che cosaccie dice questo furbetto.
- Grillo.
- Perdonatemi, signora, perché sono così allegruccio di natura; e ho detto così per farla ridere, vedendola stare tanto di malavoglia.