Lo schiavetto/Atto quarto/Scena IX
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Giovan Battista Andreini - Lo schiavetto (1612)
Atto quarto - Scena IX
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Bargello e Sbirri, Alberto, Nottola, Fulgenzio, Rampino, Grillo, Cicala, Corte, Rondone
- Bargello.
- Olà, che romore è questo? olà, che armi ignude?
- Nottola.
- Che vuoi tu, furfante?
- Alberto.
- Signor principe, questo è ’l Bargello, con la Corte.
- Nottola.
- Sì? Perdonami, Bargello, io non ti conosceva.
- Schiavetto.
- Si facci pur presto quello che s’ha da fare, ché io non voglio fuggire, ben ch’io potessi.
- Rondone.
- Vedete, io non so nulla, e se vi manca boia lo farò io.
- Nottola.
- Basta, basta. Bargello, piglia quello schiavo e quel suo compagno, che tramendue hanno avelenato questo gentiluomo.
- Bargello.
- Sì? Piglia, piglia, che scappa.
- Schiavetto.
- Io non iscapperò, pigliatemi pure.
- Corte.
- Piglia, piglia.
- Rondone.
- Salva, salva.
- Corte.
- Corri, corri.
- Rondone.
- Fuggi, fuggi.
- Bargello.
- Tenetelo, tenetelo.
- Rondone.
- S’io lo so. E duo a terra. Fuggi Schiavetto! Vieni a cavaluccio.
- Bargello.
- A furbo.
- Rondone.
- To’ questo calcio.
- Bargello.
- Ohimè il ventre, ohimè ohimè! Dietro furfanti.
- Nottola.
- O che furbo, porta via colui a cavaluccio, eccolo.
- Corte.
- A furbo.
- Rondone.
- Menti per la gola, to’.
- Corte.
- Ohimè, calci.
- Rondone.
- To’.
- Corte.
- Ah ah? Tu cadesti alfine! Vedi, che nel tirarmi io ti presi la gamba, né ti ha giovato l’esser di razza di mulo.
- Rondone.
- È meglio esser razza di mulo come me, che di becco come voi altri. Or sù, ci sono. Andiamo pure in prigione, fate presto canaglia, ch’io mi voglio mutar di camisia. O via finitela.
- Bargello.
- Sì sì, va’ pur là furbacchiotto, tu ci sei adesso, né fuggirai al sicuro, se teco non fugge questo braccio spiccandomelo dal busto.
- Nottola.
- Tienlo sicuro ve’, Bargello, e quell’altro furbo ancora.
- Bargello.
- Sua eccellenza lasci pur la cura a me di questa carnaccia da corbi.
- Nottola.
- O che traditori! Signor Alberto, portiamo in casa il signor Orazio, poiché disperata è la salute sua. Oh povero gentiluomo.
- Alberto.
- O misero giovine.
- Prudenza.
- O più sfortunata Prudenza, o giorno infausto.