Lirica (Ariosto)/Capitoli/XVII. - Invoca la pietá celeste per la...

XVII. - Invoca la pietá celeste per la...

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XVII. - Invoca la pietá celeste per la...
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XVII

Invoca la pietá celeste per la guarigione della sua donna, pronto,
se è necessario, a morire in cambio di lei.

     O qual tu sia nel cielo, a cui concesso
ha la Pietá infinita che rilievi
quantunque vedi ingiustamente oppresso,
     li affettuosi prieghi miei ricevi,
5e non patir che questa febre audace
quanto oggi è al mondo di bellezza lievi.
     Lasso! che giá, poi che Madonna giace,
due volte ha scemo ed altro tanto il lume
ricovrato il pianeta che piú tace;
     10sí che sul vivo avorio si consume
quell’ostro, quel che di sua man vi sparse
la dea che nacque in le salate spume,
     e quei begli occhi in che mirando s’arse
le penne Amor, e si scorciò sí l’ale,
15ch’indi non potè mai dopo levarse,
     muoveno, afflitti dal continuo male,
tanta pietá, che ’l ciel metton sovente
qua giú in dispetto, in odio acre e mortale.
     Perché patir debb’ella? Ove si sente
20divina o umana legge o usanza alcuna
che dar pena consenta a una innocente?
     Innocente è Madonna, se non d’una
colpa forse, che l’avida mia voglia
sempre ha lasciata oltre il dover digiuna.
     25S’a me non duole, ad altri non ne doglia;
s’io sol ne son offeso e le perdono,
ingiusto è ch’altri a vendicar mi toglia.
     Cosí quanto di lei creditor sono
del mio leal servir di cotanti anni,
30dipenno tutto e volentier le dono.

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     Né pur la ricompensa de’ miei danni
non le dimando, ma per un sofferto
ch’abbia per lei, soffrir vuo’ mille affanni.
     E s’uom mai s’esaudí che si sia offerto
35poner la sua per l’altrui vita, come
quel Curzio che saltò nel foro aperto;
     e Decio e il figlio del medesmo nome,
che tolse de la patria tremebonda
sopra li omeri suoi tutte le some;
     40o Patre eterno, i miei prieghi seconda;
fa’ ch’io languisca e che Madonna sani;
fa’ ch’io mi doglia e torna lei gioconda.
     E se morir ne dee (che però vani
sieno li auguri), di morir per lei
45supplico e al ciel ne lievo ambo le mani.
     Io, perché esser ancora non potrei
messo all’elezion, messo al partito,
che fu giá un Gracco, e un re de li ferei?
     Son ben che ’l miglior d’essi avria seguito,
50quel che a far per Cornelia gire a morte
non bisognò se non il proprio invito.
     Odiosa fu la tua contraria sorte,
ingratissimo Admeto, che, alli casti
prieghi inclinando, la fedel consorte
     55morir per te nel piú bel fior lasciasti.