Caio Baldassarre Olimpo da Sassoferrato allo morigerato e litterato giovene Francesco Buoncambio perosino.
Poscia, Francesco mio, te cognobbi te amai di core e giorno e nocte ho pensato in qual modo potessi io farte cosa grata. Pensando che te dilecti de rime e sei de la turba del monte Parnaso allumno, avendo io questa mia bassa e ruzza operetta composta per essere al presente ogni cità piena quasi de pestifere lingue e colma di pessimi detractori, a te pensai intitularla perché sei nemico de latratori, nemico de viziosi. Te prego adonque l’acepti e pigli di bona voglia sì come io te la dono et ascrivo ch’i’ so certo non sarà questa a guisa le altre doe, quale sono state intitulate alli ingrati et a me fatti poco benivoli non già per mio difecto. Non di meno so che sempre Olimpo sarà nella mente di Francesco Buoncambio, a cui me ricomando io, ricomando el libro e quello che amo quanto la propria vita, Ieronimo Olimpo, mio caro nepote. Nil aliud. Vale et memor esto et opus tuis manibus committo sub quarum umbra volatum accipiet.