35. I miracoli di San Tommaso Apostolo

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Appendice 37


Partendone, a quattro giornate, giugnemo a una provincia la quale si chiama Surca; e giugnemo uno dì prima Sancto Tomaso, cioè uno dì ’nanzi la vigilia. Ora voglio sappiate i miracoli di questo glorioso sancto appostolo.

Egli sta in una isola piccola, lunge miglia due da terra ferma. Dico et giuro per la mia fede che la vigilia sua ad ora di vespro comincia a seccare el mare, e facevasi uno camino da terra ferma ad questa isola, dove sta questo corpo sancto; el dì suo ad quella medesima ora di vespro cresceva el mare, e copriva la via. Questo è il primo miracolo.

Or udirete gli altri ch’io vidi. Il secondo miracolo: vada uno cristiano a questa isola di Surca, ciò è alla cappella di Sancto Tomaso el dì della vigilia sua. In questa cappella è uno tabernacolo molto grande, addornato di molte gioie; e dentro vi sta questo corpo sancto. Voglio questo tabernacolo sia serrato: el cristiano dica tre volte: "Credo in Iesu Cristo figliuolo di Dio", e facciasi croce. Subito, in punto, per divina providençia s’apre el detto tabernacolo sanza che niuno lo tocchi; e pel contrario vada uno moro in quello luogo medesimo, el tabernacolo sia aperto: subito in quello punto si serrerà. Et io, messere Jacopo da Sam Soverino, domandai di grazia a’ guardiani, che guardavano questo corpo sancto, che mi volesse levare di sospetto, cioè che mi lasciasse vedere se dentro a questo tabernacolo avesse alcuno ingiegno che s’aprisse e serrasse per ingegno. Dissono ch’erano contenti, e così fumo a vedere e vedemo ch’era netto, né ve aveva altra cosa che questo corpo sancto, che stava a sedere in una gram sedia: era tutto secco, salvo le due dita della mano diritta, cioè le dita che mise nella piaga di Cristo; quelle dita sono vive, sane e fresche come di uno vivo. Questo corpo sancto era giovano, et sta con quelli panni che aveva al tempo di Cristo, che non sono punto guasti; e quello corpo sancto è più odoroso di moscado.

El terzo miracolo che noi vedemmo fu il dì di Natale, che in questa cappella fu una solenne messa; e fu preso questo corpo sancto e messo in capo dello altare. E poi che la messa fu detta, el prete consacrò molte ostie, per comunicare la gente; el detto prete prendeva l’ostie ad una ad una, e mettevale fra le due dita di Sancto Tomaso, che mise nella piaga di Cristo; e la gente andava per pigliare quella ostia, per comunicarsi. Se egli era degno, non moveva le dita e lasciavagli pigliare l’ostia; e se egli era indegno, piegava le dita e non lasciava pigliare l’ostia.

El quarto miracolo ch’io vidi, è questo ch’udirete. Noi stemmo in questa isola, la quale è due miglia, come di sopra dissi, tre mesi per nostra divozione; e in capo di questo tempo Presto Giovanni morì. Di necessario Sancto Tomaso ha a fare: cosa incredibile, uno corpo morto abbi a mettere uno vivo in dignità di gram signoria. Io vi dissi di sopra come questi sono della stirpe di Davit, e che uno di costoro ha essere Presto Giovanni. Voglio che sappi che di subito che Presto Giovanni fu morto, questi dodici e uno figliuolo (tredicesimo) ognuno di loro si mette a fare penitenza per sé medesimo. E compiute che l’ànno, s’accozzano tutti insieme e vengono appiè con grandissima divozione discontro all’isola, dove sta Sancto Tomaso, e tolsono una barca, e passarono in su l’isola, e portarono con loro una ghirlanda di fiori. E presono questo corpo sancto da questo tabernaculo con gramdissima processione, e misonlo a capo dell’altare, e fenonvi dire una solenne messa cantando, e presono questa ghirlanda e messonla in queste due beate dita; ad uno ad uno di questi tredici, che ha ad essere Presto Giovanni, misono le due dita dove stava la ghirlanda. Dicovi: noi vedemo co’ nostri occhi uno de’ nove, il quale aveva nome Andrea, di tempo era d’anni quaranta, per fama era buono cristiano. Sancto Tomaso abbassò la mano e lasciò cadere la ghirlanda sopra del capo di costui. E così lo presono e feciongli gram festa; e fu lui Presto Giovanni. Sancto Tomaso fecie in questo modo nuovo Presto Giovanni.

Un altro miracolo vi dico che Sancto Tomaso fa, che molta generazione mi dissono, e specialmente molti re e principi, ch’el dì di Pasqua di Resurrexo che tucto el paese d’intorno viene all’isola di Surcha, dove sta Sancto Tomaso, ad udire la predica sua. Dico ch’el dì di Pasqua predica dodici parole, e non più. E dice che egli non credia che colui che era figliuolo di Dio potesse morire; salvo lui per essere certo volse mettere le sue dita nella piaga di Cristo. E sì le mostra, e benedice con esse, e torna poi in suo luogo.