28. In Boemia: il miracolo dell'Ostia

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Ora noi capitamo in Buemia; e vogliamovi dire uno grande miracolo dell’ostia consegrata, il quale fu in Buemia. Noi lo vedemo, perché noi eravàno in conpagnia dello inperatore Sigismondo; e fu questo, fu poco tempo inanzi si creasse papa Martino.

Essendo il detto re in Gostanza con tutto il collegio de’ cardinali e tutte l’anbascierie ch’erono allora, quelli vuomini uscirono contro al nostro openione della fede, e dissono allo ’nperadore e al collegio: "Noi Buemmi tegnamo migliore openione il nostro che ’l vostro, e voglianvelo fare vedere. Venga in nostra conpagnia lo ’nperadore con due cardinali in Buemmia, a conoscere quale openione è migliore". Allora lo ’nperadore insieme co’ cardinali, udendo tali parole, si maravigliorono, e diterminorono che questo si vedessi; e elessono che v’andasse lo ’nperadore e ’l cardinale di Lodi, el quale era tenuto santo uomo. E così insieme co.lloro andamo in Buemmia, per vedere queste cose.

E giunti nella città di Braca, ch’è la prima città del regno di Buemia, noi alloggiamo presso alla chiesa di San Giorgio, la quale è presso alla città a tre miglia; e come fumo allogiati, venono alcuni signori di Buemmia, e dissono allo ’nperadore e al cardinale: "Quando a voi piace, signori, che noi vi mostriano il nostro openione?". E loro risposono: "Quando a voi piace, lo vedrèno volentieri". E’ detti Buemmi dissono: "Fate fare un gran fuoco, e fate entrare dugiento vuomini de’ vostri nel detto fuoco, e noi ne farèno entrare dugiento de’ nostri; e quelli che sono di migliore openione camperanno, e de l’altra openione arderanno. In questo modo vedrèno e conoscerèno il meglio". E lo ’nperadore rispuose ch’era contento. E il cardinale contradisse, rispondendo che si potrebbe fare per arte di negromanzia che i nostri arderebono e i loro canperebono. E più disse il cardinale: "Dite loro che mettano dugento di loro nel fuoco, per vedere come e’ fanno, e poi metterèno noi e’ nostri". E i Buemmi furono contenti, e missono dugento di loro nel fuoco, della qual cosa il nostro collegio molto si maravigliò. Il cardinale, vedendo ciò, conobe ch’era arte di negromanzia, e pregò lo ’nperadore che dovesse dire a’ Buemmi che non si partissono. E così fu.

Il cardinale entrò nella chiesa di Santo Giorgio, e con gran divozione consagrò una ostia, e venne fuori con essa; e ’n presenza di tutto il popolo trasse fuori del bossolo la detta ostia consagrata nel vero Corpo di Cristo, dicendo queste parole: "Tu se’ Idio, figliuolo di Dio, in tre persone un solo Iddio; tu se’ quello che patisti passione in sulla Santa Croce, e sie’ quello che salvasti l’umana gienerazione; ond’io ti priego, Signore, che tu salvi questa gente ignorante". E dette ch’ebe queste parole cogli ochi levati a Dio, rimisse l’ostia nel bossolo, dicendo: "Signore, mostra de’ tuoi miracoli". E disse allo inperadore che pregasse quelli signori che dovessino fare entrare mille o dumila Buemmi nel fuoco; e così li ferono entrare. Allora il cardinale, vegiendoli, fecie grande e somma riverenza a questa ostia consagrata del veracie Corpo di Cristo, e gittolla nel detto fuoco. Allora venne un gran tremuoto, che parve che ’l mondo andasse sotto sopra; e la detta ostia consagrata uscì fuori del fuoco sanza alcuna macola, e tutti e’ Buemmi arsono. E allora il cardinale prese la benedetta ostia, ed entrò nella chiesa di Santo Giorgio, e disse messa, ed uscì fuori della chiesa.

E i Buemmi, vedendo questo miracolo, grande quantità de’ signori e popolani tornorono, e credettono alla nostra fede. E fatto questo, insieme collo inperadore e ’l cardinale e tutto il collegio tornorono in Gostanza, e feciono relazione del detto miracolo.