Libro della divina dottrina (Caterina da Siena - Caramella)/Capitolo II
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4 LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINA
imagine e similitudine mia, raguarda costoro che sono vestiti del vestimento nuziale, cioé della carité, adornato di molte vere e reali virti, uniti sonno con meco per amore. E pero ti dico che se tu mi dimandassi : — Chi sonno costoro ? — rispondarei, — diceva il dolce e amoroso Verbo: — Sonno un altro me, perché hanno perduta e annegata la propria volonta, e vestitisi, unitisi e conformatisi con la mia. —
Bene é dunque vero che |’ anima s’ unisce per affetto d’ amore. Si che, volendo pit virilmente cognoscere e seguitare la verita, levando il desiderio suo, prima per se medesima (considerando che l’anima non pud fare vera utilitaé di dottrina, d’ esemplo e Worazione al prossimo suo se prima non fa utilita a sé, cioé d’avere e acquistare la virti in sé) domandava al sommo ed eterno padre quattro petizioni. La prima era per se medesima; la seconda per la reformazione della santa Chiesa; la terza generale per tutto quanto il mondo, e singularmente per la pace dei cristiani e’ quali sonno ribelli con molta irreverenzia e persecuzione alla santa Chiesa. Nella quarta dimandava la divina providenzia che provedesse in comune, e in particulare in alcuno caso che era addivenuto.
CAPITOLO II
Come el desiderio di questa anima crebbe, essendole mostrato da Dio la necessita del mondo.
Questo desiderio era grande ed era continuo; ma molto mag- giormente crebbe essendo mostrato dalla prima Verita la neces- sita del mondo, e in quanta tempesta e offesa di Dio egli era. E intesa aveva ancora una lettera, la quale aveva ricevuta dal padre dell’anima sua, dove egli mostrava pena e dolore intol- lerabile dell’offesa di Dio e danno dell’anime e persecuzione della santa Chiesa. Tutto questo l’accendeva il fuoco del santo desiderio, con dolore dell’offesa e con allegrezza d’una spe- ranza per la quale aspettava che Dio provvedesse a tanti mali.