Libro de' Vizî e delle virtudi/Capitolo XXXV

Delle schiere della Temperanza e de' suoi capitani.

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Delle schiere della Temperanza e de' suoi capitani.
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Appresso venne la terza Virtú, e fece otto schiere de la sua gente, e diede a catuna suo capitano. E quando ebbe cosí fatto, dissi: - Chi è quella Virtú c’ha or le sue genti schierate, e chi sono i capitani delle schiere? - Ed ella disse: - Quella è una Virtú che s’apella Temperanza, e fassi questa Virtú in otto modi, e ciascun modo hae il suo nome. E quelle sono le Virtudi che nascon di Temperanza, che son fatte capitane delle schiere, e son cosí nominate: Continenza, Castitade, Pudicizia, Astinenzia, Parcità, Umiltà, Onestà e Vergogna. E quando ebbe cosie detto, dissi: - Che è Temperanza? - Ed ella disse: - Temperanza è virtú d’animo per la quale l’uomo rifrena i desideri della carne ond’è assalito e tentato -. E io dissi: Dimmi alcuna cosa delle virtú che nascono di Temperanza Ed ella disse: - Contenenza è virtú per la quale l’uomo s’astiene de’ desideri non liciti. Castità è virtú per la qual l’uomo costringe lo ’ncendio della lussuria col freno della ragione. Pudicizia è virtú per la qual non solamente si rifrena lo ’ncendio della lussuria, ma rinfrenasi i suoi segni; e sono i segni della lussuria i reggimenti del corpo e l’abito del vestimento. E cosí vedi che differenza ha tra Castità e Pudicizia, perché Castità rinfrena i movimenti della lussuria, ma Pudicizia i movimenti e i segni. E dividesi Castità in tre parti: perché altra è Castità virginale, che non ebbe anche uso d’uomo, e altra è castità vedovale, che già uso d’uomo hae avuto, ma or se ne astiene; e altra è castità matrimoniale, c’ha uso d’uomo, ma legittimamente; e catuna di queste è detta castità. Astinenzia è virtú per la quale si costrigne la volontà della gola, cioè del mangiare e del bere di soperchio. Parcità è virtú per la quale si ritiene quel che si convien ritenere, secondo che Larghezza è virtú per la quale quel ch’è convenevole si spende. La Umilità è virtú per la quale l’uom porta vile abito, e ’l ben che fa nasconde acciò che non appaia di fuori; e dividesi in tre parti: per la prima s’umilia l’uomo al maggiore, e questa è detta bastevole; per la seconda s’aumilia al pare, e questa è detta perfetta; per la terza s’aumilia l’uomo al minore, e questa è detta sopraabbondevole. Onestà è virtú per la quale tutte le cose che bisognano alla vita dell’uomo si recano ad uso temperato. Vergogna è virtú per la qual si vergogna l’uomo de le soperchianze e de’ mali, e si rifrena la lingua che sozze parole o di soperchio non favelli. - Dunque vedi che s’usa Temperanza quando s’astiene l’uomo da’ desideri non liciti, o quando costrigne l’incendî della lussuria col freno della ragione, o quando costringe i segni della lussuria, o quando s’astiene del mangiare e del bere di soperchio, o quando tempera le spese a quel che si conviene, o quando è umile inverso ’l prossimo, o quando è onesto e reca le cose de la vita a uso temperato, o quando si vergogna de le soperchianze e de’ mali e de le sozze parole. E sempre s’usa questa virtude quando si tiene la via del mezzo nelle cose.