Libro de' Vizî e delle virtudi/Capitolo XXXIII

Delle schiere de la Prudenzia e de' suoi capitani.

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Delle schiere de la Prudenzia e de' suoi capitani.
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Compiuto di dire queste parole, vedemmo che una delle dette Virtudi fece sei schiere de la sua gente, e a ciascuna diede il suo capitano. E quando ebbe cosí fatto, dissi: - Chi è quella Virtude c’ha ora le sue genti schierate, e chi sono i capitani delle schiere? - Ed ella disse: - Quella è una nobile Virtude che s’apella Prudenzia; e usasi questa Virtú in sei modi, e ciascuno modo hae il suo nome. E quelle son le Virtú che nascon di lei e son fatte capitane delle schiere, e son cosí nominate: Guardar le cose passate, Conoscer le cose presenti, Considerare quelle che possono avenire, Esaminar li contrarî, Guardarsi dal male c’ha conosciuto, Seguitar lo bene c’ha considerato. E quando ebbe cosí detto, dissi: - Dimmi, che è Prudenzia? - Ed ella disse: - Prudenzia è un verace conoscimento del bene e del male, con fuggir lo male ed eleggere il bene. E però diss[i] conoscimento del bene e del male, perché non sarebbe savio colui che sapesse discernere il bene dal male, se non sapesse discernere il bene per sé, cioè qual fosse buono e qual migliore; e il male per sé, cioè qual fosse reo e qual peggiore. E anche non basterebbe tutte le dette cose saper discernere, se non seguitasse l’elezion del bene e il dispregio del male. Per le dette cose appare che Prudenzia è quando il bene dal male si conosce e la cosa giusta da la non giusta o la convenevole dalla sconvenevole, ed eleggesi il bene e fuggesi il male -. E quando ebbe cosí detto, dissi: - Dimmi alcuna cosa della natura delle Virtú che nascon di Prudenzia -. Ed ella disse: - Guardare le cose passate si è quando l’uomo ha memoria di molte cose che sono avenute e incontrate, e assomiglia la cosa presente ad alcuna di quelle, e considera in che modo sono andate, ed estima le cosi presenti che nel detto modo debbiano andare, o simigliante via vi si debbia tenere. E questo è un modo di prudenzia del quale favella Ezechia profeta, e dice: " Recherotti a memoria li anni miei ne l’amaritudine dell’anima mia". Conoscere le cosi presenti si è quando l’uomo imagina la cosa presente e pigliane verage intendimento, e conosce per diritta ragione che è il bene e che è il male di quella cosa: perché di neuna cosa si potrebbe verace intendimento pigliare se cosí perfettamente non si imaginasse e vedesse. E questo è un modo di prudenzia del qual favella Salamone, quando dice: "I tastamenti vadano innanzi a la tua via". Considerare quelle che possono avenire è quando l’uomo considera che de la cosa per innanzi può incontrare e avenire. E questo è un altro modo di prudenzia del quale fa menzione Boezio quando dice: "Non basta di considerare solo quello che si vede coll’occhio; ma colui ch’è savio pensa che de la cosa può incontrare o che uscita la cosa può avere". Esaminare li contrarî si è considerare diligentemente ogni cosa che nuocer li puote sopr’alcuna cosa. E di questa prudenzia fa menzione Salamone quando dice: "Con ogni diligenzia guarda il cuor tuo"; e cosí vedi che, dicendo "guarda", disse "con ogni diligenzia", acciò che, se ti guardassi d’esser avaro, guarda che non diventi guastatore1. E [il] medesimo Salamone, faccendo in un altro luogo menzione di questa Prudenzia, dice: "Son vie che paiono all’uomo diritte, ma la fine loro li mena a la morte": e questo aviene perché non sono bene tutte le cose che nuocere possono considerate. Guardarsi dal male c’ha conosciuto è un altro modo di prudenzia del quale fa menzione san Paolo quando dice: "Gastigo il corpo mio e recolo in servitudine". Eleggere e far lo bene c’ha conosciuto si è un altro modo di prudenzia del quale favella Salamone quando dice: "Ciò bene che puo’ fare co le mani tue, sanza dimora il fa".

Note

  1. guastatore: dissipatore (il contrario di avaro).