Libro de' Vizî e delle virtudi/Capitolo XXIII

Del luogo onde si comínciaro a vedere i Vizî e le Virtú.

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Del luogo onde si comínciaro a vedere i Vizî e le Virtú.
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Parlando a sollazzo per la via, come di sopra avete inteso, cavalcammo tanto che fummo in su ’n un monte ben alto, laove avea un romito in una cella; e a piede avea una pianura molto grande, ne la quale avea sí gran gente raunata che non potrebbe esser annoverata se non come le stelle del cielo o la rena del mare. E io, guardando cosí gran gente, mi maravigliai, e dissi: - Maestra delle Virtudi, che gente è questa cosí grande, e perché è qui raunata? - Ed ella disse: - Questa è tutta la gente del mondo, ch’è divisa in due parti, secondo che tu vedi ch’è tra lo steccato ch’è in mezzo tra loro. E sonci assembiati per combattere -. E io dissi: - Chi è l’una gente, e chi è l’altra? e chi sono i segnori delle parti? - Ed ella disse: - Questa che tu vedi da la parte d’oriente sono le Virtudi con tutto loro sforzo; e questa che tu vedi dal ponente sono li Vizî con tutta loro amistade -. E io dissi: - Molto sono male partiti: se debbono combattere insieme non veggio che le Virtudi da’ Vizî si possan difendere, se Dio nol facesse per gran maraviglia, ché son piú di loro ben cento cotanti -. E la Filosofia disse: - E Dio l’aterae, come hae fatto altre volte quando sono venute alle mani; perché le Virtudi son savie e scalterite e prodi e valentri; e’ Vizî sono rigogliosi e matta gente -. E io dissi: - Dio il faccia per la sua misericordia. Ma pregoti che mi dichi chi sono i segnori delle parti, e chi sono le loro amistadi -. Ed ella disse: - Cotesto non ti poss’io mostrare, che tu sapessi ch’io mi dicesse, se non in sul fare delle schiere; ma allotta ti mostrerroe tutte le cose pienamente. Onde iscavalchiamo e stiamo a veder tanto che questa battaglia si faccia.