Li vitturini de piazza
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LI VITTURINI DE PIAZZA.
Come va, ppadron Pèppe? — Affari neri,
Padron Chiumèlla. Se ne fanno pochi:
Questo nun è ppaese da cucchieri:
Questo è ppaese da p...... e ccochi. —
Hai raggione. Io sto cqui da l’antro1 jjeri,
Che straportai2 quer branco de bbizzòchi3
Pe’ ccinquanta bbajocchi4 a Vvill’Artieri,5
Ar Vorto-santo6 e in tre o cquattr’antri lochi. —
E io? Quanno che stacco a la rimessa,
Disce:7 “Ch’hai fatto?„ “Ho fatto un accidente.„8
E ’ggni ggiorno st’antifona è l’istessa. —
Siggnore, eccheme9 cqua: vvò10 ccarrettella?
Vò ccarrozza eh, sor E.11 — Moàh Pèppe, ggnente? —
Nu’ l’hai visto da te? ggnente, Chiumèlla.
23 settembre 1835.
Note
- ↑ Dall’altro.
- ↑ Trasportai.
- ↑ [Bigotti.]
- ↑ [Poco più di cinquanta de’ nostri soldi.]
- ↑ A Villa Altieri.
- ↑ Al Volto-santo.
- ↑ [Dice: mi dicono, mi domandano.]
- ↑ Nulla.
- ↑ Eccomi.
- ↑ Vuole.
- ↑ [Appellazione canzonatoria, che padron Pèppe adopera, perchè ha già capito che quel tale preferisce di andare a piedi.]