Li vitturini de piazza

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Li vitturini de piazza Intestazione 17 dicembre 2024 75% Da definire

Le visscere der Papa Er comprimento a la siggnora
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LI VITTURINI DE PIAZZA.

     Come va, ppadron Pèppe? — Affari neri,
Padron Chiumèlla. Se ne fanno pochi:
Questo nun è ppaese da cucchieri:
Questo è ppaese da p...... e ccochi. —

     Hai raggione. Io sto cqui da l’antro1 jjeri,
Che straportai2 quer branco de bbizzòchi3
Pe’ ccinquanta bbajocchi4 a Vvill’Artieri,5
Ar Vorto-santo6 e in tre o cquattr’antri lochi. —

     E io? Quanno che stacco a la rimessa,
Disce:7 “Ch’hai fatto?„ “Ho fatto un accidente.„8
E ’ggni ggiorno st’antifona è l’istessa. —

     Siggnore, eccheme9 cqua: vvò10 ccarrettella?
Vò ccarrozza eh, sor E.11 — Moàh Pèppe, ggnente? —
Nu’ l’hai visto da te? ggnente, Chiumèlla.

23 settembre 1835.

Note

  1. Dall’altro.
  2. Trasportai.
  3. [Bigotti.]
  4. [Poco più di cinquanta de’ nostri soldi.]
  5. A Villa Altieri.
  6. Al Volto-santo.
  7. [Dice: mi dicono, mi domandano.]
  8. Nulla.
  9. Eccomi.
  10. Vuole.
  11. [Appellazione canzonatoria, che padron Pèppe adopera, perchè ha già capito che quel tale preferisce di andare a piedi.]