Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Li negozzi sicuri Intestazione 11 gennaio 2025 100% Da definire

Sicu t'era tin principio nunche e ppeggio Una disgrazzia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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LI NEGOZZI SICURI.

     Vòi ’mparà a ffà cuadrini a la romana?
Ècchete in du’ parole la maggnéra.[1]
Da’ tterra rossa tu pe’ ppuzzolana:[2]
Metti la sòla vecchia tinta nera:

     Spaccia acquavita nova de funtana:
Scuajja un terzo de sego[3] in de la scera:[4]
Fa’ vvienì rrobba, e ffrega la dogana:
Nisconni un piommo sotto a la stadera:

     Bbulli er caffè dde cesci e dde fascioli:
Venni[5] er barattoletto[6] pe’ mmanteca:
Appoggia[7] la semata de pignoli:[8]

     Sfujjétta[9] er vino bbianco de sciufèca:[10]
Si ttu ccrompi,[11] opri l’occhi; e all’antri soli
Fa’ ppijjà le tu’ cose a gattasceca.[12]

Roma, 12 dicembre 1832.

Note

  1. [Maniera.]
  2. Terra vulcanica, eccellente per fare cemento con calce.
  3. Sevo.
  4. Cera.
  5. Vendi.
  6. [Sottintende con qualsiasi porcheria.]
  7. Appoggiare si usa per “dare,„ ne’ casi poco piacevoli per chi riceve.
  8. [Pinoli. La semata è una bibita, che si suol fare ordinariamente con semi di popone, o di zucca, e un po’ di mandorle, e zucchero. Nell’Umbria e a Roma è, o almeno era fino a non molti anni fa, una bibita assai comune, e si vendeva nei caffè e ne’ casotti de’ limonai. A Firenze invece la vendono gli speziali, come leggero medicamento. Dico tutto questo, perchè la parola manca a’ nostri vocabolari, e bisogna aggiungerla, se è vero, come mi viene assicurato, che s’usi anche a Firenze, e che indichi cosa più o meno diversa dall’“orzata„ e dalla “lattata.„Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte]
  9. [La fujjétta (foglietta: poco più di mezzo litro), essendo la misura più usata, la frase sfujjettà er vino equivale a “venderlo.„]
  10. Vulva.
  11. Comperi.
  12. Giuoco, nel quale la gattaceca è una persona bendata, che deve trovare chi fa molti la colpì. Gattasceca, vatt’a ccerca chi tt’ha ddato è la frase di uso per indicarle il principio del suo giro. [“Mosca cieca,„ in Toscana.]Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte