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238 | Sonetti del 1832 |
LI NEGOZZI SICURI
Vòi ’mparà a ffà cuadrini a la romana?
Ècchete in du’ parole la maggnéra.1
Da’ ttera rossa tu pe’ ppuzzolana:2
Metti la sòla vecchia tinta nera:
Spaccia acquavita nova de funtana:
Scuajja un terzo de sego3 in de la scera:4
Fa’ vvienì rrobba, e ffrega la dogana:
Nisconni un piommo sotto a la stadera:
Bbulli er caffè dde cesci e dde fascioli:
Venni5 er barattoletto6 pe’ mmanteca:
Appoggia7 la semata de pignoli:8
Sfujjétta9 er vino bbianco de sciufèca:10
Si ttu ccrompi,11 opri l’occhi; e all’antri soli
Fa’ ppijjà le tu’ cose a gattasceca.12
Roma, 12 dicembre 1832
- ↑ [Maniera.]
- ↑ Terra vulcanica, eccellente per fare cemento con calce.
- ↑ Sevo.
- ↑ Cera.
- ↑ Vendi.
- ↑ [Sottintende con qualsiasi porcheria.]
- ↑ Appoggiare si usa per “dare„, ne’ casi poco piacevoli per chi riceve.
- ↑ [Pinoli. La semata è una bibita, che si suol fare ordinariamente con semi di popone, o di zucca, e un po' di mandorle, e zucchero. Nell'Umbria e a Roma è, o almeno era fino a non molti anni fa, una bibita assai comune, e si vendeva nei caffè e ne' casotti de' limonai. A Firenze invece la vendono gli speziali, come leggero medicamento. Dico tutto questo, perchè la parola manca a' nostri vocabolari, e bisogna aggiungerla.Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte]
- ↑ [La fujjétta (foglietta: poco più di mezzo litro), essendo la misura più usata, la frase sfujjettà er vino equivale a “venderlo.„]
- ↑ Vulva.
- ↑ Comperi.
- ↑ Giuoco, nel quale la gatta-sceca è una persona bendata, che deve trovare chi fa molti la colpì. Gattasceca, vatt’a ccerca chi tt’ha ddato è la frase di uso per indicarle il principio del suo giro. Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte