Li fratelli de la sorella

Giuseppe Gioachino Belli

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Er madrimonio disgrazziato La comprimentosa
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LI FRATELLI DE LA SORELLA.

     De li fratelli bboni, è vvero, Ttèta,1
Che ssi ne trovi dua so’ ccasi rari;
Ma li mii! li mii poi so’ ppropio cari
Com’e ddu’ catenacci de segreta.

     Storti,2 scontenti,3 menacciuti,4 avari:
Tutto li fa strillà, ttutto l’inquieta...
E ttu mme dichi: “Sei ’n’accia de seta!„5
Vatte a ingrassà cco’ sti bbocconi amari.

     Cualunque sciafrerìa6 porteno addosso,
Tutto ha da usscì dda ste povere mane:
E Iddio ne guardi si jje chiedo un grosso.7

     Io ’r cammino, io la scopa, io le funtane...
Cuann’è la sera nun ciò8 ssano un osso!
Inzomma, via, sce9 schiatterebbe un cane.

Roma, 15 febbraio 1833.

Note

  1. [Teresa.]
  2. Stravaganti.
  3. Aspri.
  4. [Maneschi.]
  5. Sei magra.
  6. Qualunque più minuta cosa: [gingillo].
  7. Moneta d’argento da cinque baiocchi.
  8. Ci ho: ho. [Sano: intero, non rotto.]
  9. Ci.